Ci è doveroso, anche perché comunisti, portare all’attenzione dell’opinione pubblica la storia del “licenziamento” di una lavoratrice L.S.U. che da 18 anni prestava servizio presso il Comune di Aquino e che si è ritrovata, all’improvviso, senza occupazione e senza stipendio, ma anche, cosa assai più grave, senza alcuna prospettiva e speranza di poter trovare una nuova occupazione.
Ogni licenziamento, lo si sa, è un dramma individuale che attanaglia chi lo subisce, ma anche collettivo, perché rappresenta una sconfitta sociale che destabilizza anche chi il lavoro lo conserva; soprattutto in questo tempo di crisi del sistema produttivo, che fagocita giornalmente migliaia di posti di lavoro, a fronte di una crescente e preoccupante disoccupazione di lunga durata, la quale è diventato il problema sociale di maggiore impatto, perché un disoccupato è, in alcune circostanze, un disperato e la disperazione è una condizione di fragilità estrema.
Per questo, di fronte ad ogni licenziamento, non possiamo restare impassibili e neppure spettatori avviliti; dobbiamo, invece, ritenerci offesi ed essere solidali, perché alla sofferenza della perdita di lavoro non si debba aggiungere quella della solitudine, che è la porta varcata la quale si arriva alla minaccia vera dello stato di salute psichica dell’individuo.
Vi vogliamo parlare di questo licenziamento non per una forma di particolarismo – la lavoratrice in questione è una cittadina aquinate di storia comunista – ma perché questo, più di tanti altri, che per molti aspetti sono anche più drammatici – una madre di famiglia che perde il posto di lavoro è una tragedia che rischia di sprofondare in situazioni esiziali- origina da un atto, che se accertato, è lesivo del principio di libertà.
La negazione di un diritto così fondamentale – sancito dalla nostra costituzione democratica- ci deve preoccupare e offendere tutti.
Il caso di cui parliamo è quello della lavoratrice L.S.U. Magnapera Anna Maria, la quale viene a conoscenza del suo “licenziamento”, in data 01 agosto 2014, per caso, visitando il sito internet del Comune di Aquino, da dove apprende con grande stupore che la Giunta comunale, con delibera n. 134 del 30 luglio 2014, non l’ha riconfermata nel progetto e ciò a 26 giorni dalla precedente riconferma di cui alla delibera n. 117 del 4.7.2014.
“Licenziata”, dunque, senza alcun preavviso e/o formale comunicazione del competente ufficio comunale che la mettesse al riparo dall’irruzione di sentimenti affliggenti, che sicuramente ci sono stati perché un licenziamento è sempre un momento di dolore.
Noi riteniamo che non vi sono motivazioni plausibili che giustifichino il suo “licenziamento”, essendo la malcapitata una lavoratrice a costo zero per il bilancio comunale; vale a dire che il Comune di Aquino, a fronte di un servizio reso dalla lavoratrice, non “cacciava” un solo Euro di compenso perché pagata dalla Regione Lazio.
Dal nostro punto di vista si è consumata un’ingiustizia, perché non riusciamo a trovare una sola ragione che legittimi questo “licenziamento”.
Ci pare ragionevole per la comprensione del caso ripercorrere in sintesi gli avvenimenti amministrativi che lo hanno determinato, partendo dalla ripresa delle attività L.S.U., dopo la fine anticipata del contratto a tempo determinato che i lavoratori medesimi avevano sottoscritto con il Comune di Aquino.
Per chiarezza riportiamo in sintesi gli atti deliberativi che ci occupano:
delibera di G. C. n. 105 del 17 giugno 2014. Oggetto: interruzione di rapporto LSU- disponibilità alla riassegnazione.
La Giunta manifesta la volontà dell’Ente alla ripresa delle attività L.S.U., ritenendo di dover continuare a garantire i servizi che i lavoratori socialmente utili già prestavano e, pertanto, delibera la disponibilità del Comune alla riassegnazione con l’utilizzo degli stessi lavoratori ai servizi e profili appresso indicati: Danella Giuseppe operaio cat. A e Magnapera Anna Maria operatore cat. B.
delibera di G.C. n. 117 del 04 luglio 2014. Oggetto: riassegnazione e riutilizzo LSU-presa d’atto della nota regionale lavoro GR08/00 N.367795.
La Giunta prende atto che l’impegno degli LSU rappresenta una importante risorsa per tutti i servizi comunali, quale supporto e sostegno nella realizzazione delle attività, e stabilisce il riutilizzo delle due unità LSU per le mansioni a loro assegnate.
delibera di G. C. n. 134 del 30 luglio 2014. Oggetto: riutilizzo LSU. Modifica ed integrazione alla deliberazione di Giunta N.117/2014.
La Giunta delibera di procedere, a parziale modifica ed integrazione della deliberazione di G.C. 117/2014 – quella di cui sopra- alla sostituzione dell’unità di categoria B (Magnapera Anna Maria) con n. 1 unità di categoria A da utilizzare con specifica mansione di operaio generico a supporto dei servizi manutentivi, e di dare mandato al Sindaco di formulare tale richiesta alla Regione Lazio.
In data 08 settembre 2014, durante il Consiglio Comunale, è stato deciso l’esternalizzazione di alcuni servizi inerenti al mercato e alla mensa scolastica causa il ridotto numero di personale per svolgere questi tipi di servizi.
Tutte e tre le delibere sono state votate all’unanimità dalla Giunta comunale e non si registra l’assenza di nessuno dei componenti. TUTTI RESPONSABILI ALLO STESSO MODO.
E’ inutile dire che le tre delibere sono formalmente legittime, e, tuttavia, riscontriamo un improvviso ed improvvido cambio di rotta delle scelte della Giunta comunale: un lavoratore lo si mantiene, l’altra la si sostituisce, ma anche irragionevole, perché la richiesta di ulteriore unità di categoria A, “per sopraggiunte e diverse valutazioni dell’Ente”, non si sarebbe scontrata con il mantenimento in servizio della lavoratrice appartenente alla categoria B.
Quindi si poteva e doveva evitare la sostituzione a fronte di un’aggiunta di personale di categoria A , a sostegno della maggiore occupazione.
Resta il fatto che ad un mese e più di inattività della lavoratrice nessuna sostituzione è stata ancora fatta per far fronte alla sopraggiunta improvvisa necessità di incrementare le attività manutentive esterne.
E’ bene precisare che quel “posto” occupato dalla lavoratrice L.S.U. non è che va incontro alle esigenze di altri disoccupati, perché esso è perso, nessun altri può rimpiazzarlo.
Anche per questo vorremmo che il Sindaco e l’Assessore al Lavoro, ma anche ad ogni singolo membro della Giunta, rispondessero alle seguenti domande:
- Perché la lavoratrice Magnapera Anna Maria non è stata riconfermata?
- Qual è stata la causa di questo “licenziamento”?
- Davvero Ella era rappresenta un surplus di cui fare a meno?
- Perché chiederne la sostituzione se la si poteva continuare a mantenere in servizio essendo il costo del suo compenso interamente a carico della Regione Lazio?
- E’ vero che in data 23 luglio 2014- solamente 7 giorni prima del suo “licenziamento”- le sono stati assegnati compiti di rilevante importanza, quali: suap, cerimoniale, aggiornamento sito web, archivio, ecc?
- Se tutto questo è vero, perché la si ritiene sostituibile a soli 7 giorni di distacco dalla suddetta disposizione del sindaco?
- Possibile e plausibile che in 7 giorni soltanto siano cambiate le esigenze e le priorità dell’Ente comunale?
- Se davvero l’esigenza e la priorità del Comune è la manutenzione delle aree esterne perché si è chiesta una sola unità e non invece due, tre, ed altre ancora?
- Perché “cacciare via” una lavoratrice di Aquino e chiedere lavoratori di altri Comuni?
- E’ stato fatto tutto il possibile per salvaguardare l’occupazione della lavoratrice aquinate che nel nostro Comune lavora da 18 anni?
Noi non siamo riusciti a trovare risposte ragionevoli alle suddette domande, che ci paiono legittime e chiediamo, pertanto, al Sindaco ed alla sua Giunta di fornirci prima possibile risposte esaurienti.
Il Sindaco Mazzaroppi ci nasconde qualche particolare assai rilevante della vicenda?
Chiediamo perciò chiarimenti nel merito di questo licenziamento, ricordando al Sindaco e all’assessore Risi le loro parole tuonanti contro l’allora sindaco Grincia che veniva accusato, quando essi erano minoranza, di non aver stabilizzato i due L.S.U. ancora precari presso il Comune di Aquino.
“Si predica bene, si razzola male”.
Soprattutto chi in passato ha militato nel Partito Socialista, perfino a livelli provinciali, non si sta comportando oggi come avrebbe dovuto in nome di quei valori che costituiscono il fondamento dell’idea socialista. Ciò che si chiama incoerenza.
Continueremo ad informare i cittadini sugli eventuali sviluppi di questa particolare storia che vorremmo non fosse accaduta in nessun posto, ma è accaduto nella “civilissima” Aquino.
l segretario della sezione PdCI Aquino
Ferone Pietro