936095_10203916389690722_6144068320478520355_nCi sono momenti speciali che vanno raccontati. Soprattutto quando a essere protagoniste sono le note, con la musica che diventa arte e procura brividi difficili da spiegare. E’ accaduto nella serata più attesa, quella dell’omaggio al compianto chitarrista aquinate Gino De Cesare. La Pro Loco di Aquino (di concerto con le associazioni Amico’s e Mens Sana) ha voluto ricordare un grandissimo interprete della chitarra a un anno dalla sua improvvisa scomparsa. Un appuntamento importante che ha visto la partecipazione di tanti musicisti del nostro territorio, un mix di giovani e veterani, tutti devoti al Maestro. Una serata emozionante per la quale la piazzetta dei Conti di Aquino ha indossato l’abito delle migliori occasioni. E pensare che la pioggia, leit – motiv di questa pazza estate, ha provato a vanificare il grande lavoro svolto nelle settimane precedenti per omaggiare in grande stile il  Maestro.

L’allarme, improvviso, è comparso proprio intorno alle 21 tra il disappunto dei tanti ospiti che si accingevano a prendere posto nella caratteristica piazza. Come se Gino si fosse preso il tempo necessario per prepararsi dicendo ai suoi concittadini: ”Questa è casa mia, vi aprirò non appena sarò pronto”. Avrà pensato forse questo  da lassù, con quel sorriso sornione perennemente stampato sul viso. Lui che nel frattempo già aveva fatto capolino sulla piazzetta, con quell’effigie da pelle d’oca – che avrebbe campeggiato per tutta la durata del concerto – stampata sul cartellone confezionato con pazienza, nel pomeriggio, dai ragazzi dell’organizzazione.

Scongiurato il pericolo, Camillo Marino ha dato il via al tributo poco prima delle 22. Il presentatore ha ripercorso le fasi più significative del curriculum artistico di Gino De Cesare, sottolineandone le  grandi doti umane unite a un talento musicale raro. Ben presto le parole hanno lasciato spazio alle note. A rompere gli indugi è stato il cantautore cassinate Donato Rivieccio che, visibilmente emozionato, ha interpretato due dei suoi più celebri successi, “Arlecchino” e “ Ciociaria”.

Momenti di forte suggestione, poi, si sono registrati quando Camillo Marino ha cantato una sua canzone, “Uomo sei grande”, abilmente arrangiata, nel lontano 1968, dallo stesso Gino e nell’occasione accompagnata alla chitarra da un amico storico dell’artista aquinate, Bruno Mastronicola e dal giovane Tommaso Iadecola. E così, tra un aneddoto e un altro, sul palco si sono via via avvicendati  Giovanni Cicchetti, Alfonso Delicato, Luciano Cicero, Tiziano Cicero, Salvatore Carlino, Chiara Fazio e Alfredo Musollino (“Shaman Santana tribute band”). A seguire c’è stata l’esibizione del maestro Bruno Galasso, collaboratore di vecchia data di Gino De Cesare, coadiuvato dal figlio Antonio. E’ intervenuto, tra gli altri, anche Tonino Di Massa, chitarrista storico dei “Lions”, sodalizio musicale assai in voga negli anni Sessanta.

Subito dopo, in compagnia di Vittorio Cicero e Cinzia Turchetta, è stata la volta di Massimo Amati, tastierista dei “Phaedra” e de “il Verso”, formazioni musicali di cui il Maestro aquinate fu il chitarrista solista a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Non è mancata poi una breve esibizione di alcuni allievi di De Cesare, accompagnati da Angelo Mirante: Gianluca Rossetti, Felix Pavel e Salvatore Sorbo. Sul palco poi è salito l’aquinate Pietro Venditti che ha ricordato brevemente la figura del suo amico e maestro. A margine dell’evento è intervenuto anche il sindaco di Aquino, Libero Mazzaroppi che, dopo avere ringraziato gli organizzatori per la lodevole iniziativa, ha espresso parole di elogio nei confronti del musicista aquinate.

Brividi forti nel finale quando Camillo Marino ha letto una lettera struggente della moglie e delle figlie del Maestro (presenti tra la folla) con un sottofondo musicale registrato ed eseguito da Antonio, il secondogenito di Gino De Cesare. A quel punto sul proscenio, come d’incanto, si è materializzato lo stesso Maestro in un vecchio filmato – concesso gentilmente da Giuseppe Murro – dove duetta con uno dei suoi allievi migliori, Sergio Euriti, in occasione della prima festa della Pro Loco (sala Giovenale, 1985). Occhi umidi tra gli ospiti e tra i numerosi famigliari del Maestro. Un lungo e caloroso applauso ha suggellato una notte che il popolo aquinate (e non solo) ricorderà a lungo.

Libero Marino