Luce su una pala d’altare del XVIII secolo, grazie al Circolo San Tommaso d’Aquino. Rinvenuta presso della Basilica Concattedrale di Aquino, dopo anni di oblio, la pala, che ritrae San Tommaso d’Aquino assieme a San Bonaventura da Bagnoregio, è stata restaurata grazie al finanziamento del Circolo San Tommaso d’Aquino, e verrà presentata alla cittadinanza domenica 22 giugno, nella solennità del Corpus Domini cui si ricollega il soggetto del dipinto.
San Tommaso d’Aquino e San Bonaventura da Bagnoregio si trovavano infatti insieme ad Orvieto tra il 1261 e il 1265, al servizio di Papa Urbano IV che aveva trasferito lì la Curia Pontificia. A seguito del miracolo eucaristico avvenuto nel 1263 a Bolsena, Papa Urbano IV aveva istituito la festa del Corpus Domini con la bolla Transiturus de hoc mundo l’11 agosto 1264. Per l’occasione, aveva chiesto ai teologi suoi collaboratori di comporre un inno dedicato al Santissimo Sacramento.
San Bonaventura e San Tommaso si misero all’opera. Quest’ultimo aveva composto l’Officium de Festa Corpus Christi, contenente tra gli altri l’inno Pange Lingua, gloriosi Corporis mysterium, ancora oggi in uso nella liturgia della Chiesa cattolica e celebre per l’incip della quinta strofa: “Tantum ergo sacramentum”.
La pala riproduce san Tommaso intento a scrivere il Pange Lingua, mentre san Bonaventura entra nella sua cella e lo trova in estasi, ed esce senza disturbarlo. La leggenda vuole che san Bonaventura poi brucerà il suo componimento, colpito dall’estasi di San Tommaso, e certo che il lavoro dell’Aquinate sarebbe stato il migliore in assoluto.
La pala porta la scritta: “Anno 1761: Angela Terre casaluery fecit”. Non ci sono informazioni su chi sia questa Angela, ma potrebbe trattarsi di una benefattrice o di una pittrice di Casalvieri, nella Valle del Comino.
“Il restauro di quest’opera d’arte si inserisce nel solco dell’impegno del Circolo San Tommaso d’Aquino. Il restauro, realizzato da una equipe internazionale di esperti e tecnici con esperienza pluriennale nei laboratori dei Musei Vaticani” – commenta il Presidente del Circolo, Tommaso Di Ruzza – “non è infatti solo un’operazione estetica, ma uno stimolo a recuperare un messaggio più profondo legato alla figura di San Tommaso d’Aquino.”
“Il restauro di questa Pala d’altare, che cade per una circostanza eccezionale proprio nel 750esimo anniversario dell’istituzione della festa del Corpus Domini (1264-2014)” – continua Di Ruzza – “rappresenta infatti una straordinaria occasione per valorizzare l’arte e la cultura del nostro territorio ma prima ancora la sua spiritualità profonda”.
Dichiarazioni alle quali fanno eco quelle del Vescovo della Diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo Gerardo Antonazzo.
“Desidero esprimere la mia sincera gratitudine al Circolo per questo dono. Il restauro della Pala d’altare non solo getta nuova luce sull’opera d’arte, ma ci permette di ricordare il ruolo importantissimo che un figlio della nostra diocesi ha avuto nell’istituzione della festività del Corpus Domini”, ha affermato il Vescovo.
Il quale ha poi sottolineato che “la pala risulterebbe commissionata a Casalvieri, nella Valle del Comino, uno dei tre grandi territori di cui è composta la nostra diocesi, e questo mostra un legame fortissimo tra i vari territori della Diocesi, un segnale di armonia che mi piace sottolineare”.
La pala è di proprietà della Basilica concattedrale San Costanzo Vescovo e San Tommaso d’Aquino, retta dall’Arciprete Parroco Tommaso del Sorbo. Don Del Sorbo ha voluto esprimere “Grande soddisfazione per il recupero di un’opera della nostra Basilica concattedrale, che grazie al Circolo San Tommaso d’Aquino è stata restituita alla cittadinanza. Nonché speranza che questo restauro rinnovi l’interesse e la devozione dei fedeli verso San Tommaso d’Aquino, nostro illustre concittadino e modello per noi tutti”.
I lavori di restauro, finanziati dal Circolo San Tommaso d’Aquino, sono stati effettuati da una equipe internazionale di esperti e tecnici formata da Gino Aglietti, Francesco China, Noelle De Ridder e Antonella Papa, tutti con pluriennale esperienza nei laboratori dei Musei Vaticani.