13 ottobre 2013. Un numero nel destino. E’ la data che ha visto il rientro in campo di un aquinate doc, Marco Sabatini, gettato nella mischia nel concitato finale contro il Fontana Liri. Venti minuti scarsi per tornare ad assaporare il campo e saggiare una condizione fisica finalmente accettabile dopo il lungo calvario. La luce fuori dal tunnel, è lui l’uomo copertina di questo primo scorcio stagionale. La doppia operazione ad entrambi i crociati del ginocchio (nello spazio di 10 anni) avrebbe messo fuori causa chiunque, non il veterano bianconero, quaranta anni il prossimo 8 maggio che, con singolare abnegazione, ha lavorato sodo per non lasciare nulla di intentato. Su tutto ha prevalso quella voglia matta di calciare un pallone vestendo la maglia della propria città, un sogno coltivato sin da bambino infrantosi contro le vicissitudini della vita. Parlando di Marco, ricordi belli e ormai sbiaditi riaffiorano nella mia mente che, con forte suggestione, ripercorre i momenti dell’adolescenza trascorsi insieme. Dalla vecchia piazza San Tommaso alla “piazzetta” (suo quartiere) passando per il Comunale, sono stati questi gli spazi di vita a scandire la nostra gioventù, quando bastavano un pallone e due porte rudimentali a dare un senso concreto alle nostre giornate. Con Marco ed il fratello Alessandro ho condiviso attimi di vita bellissimi, quei favolosi anni 80′ quando, tra una figurina panini e una gara a “testaregl” sulle mitiche panchine di marmo, ci preparavamo all’appuntamento con la vita. Poi le strade si sono separate, ciascuno ha percorso la sua, ma questo non ci impedisce, talvolta, di vederci e sentirci. Marco ora vive nella sua Aquino dopo la lunga parentesi a Novara. Motivi professionali lo avevano condotto in Piemonte, ora fa la spola tra Ostia e la sua città di origine. Di lui mi ha sempre colpito il senso della misura, sia in campo che fuori. Senso della posizione, corredo tecnico, tonicità muscolare, qualità importanti che ha sempre coniugato con un rispetto ed una educazione inconsuete, merce rara nel mondo di oggi. La sua carriera calcistica ha conosciuto il massimo splendore agli inizi degli anni 90′ grazie a mister Enzo Petrilli, a Pontecorvo, nel campionato di Eccellenza. Intervisto Marco quasi per caso, ci sentiamo per telefono e dopo i convenevoli di rito, conditi da qualche momento ilare, la discussione entra subito nel vivo facendosi più seria. La chiacchierata perde di colpo il tono informale quando indugiamo sul suo brutto infortunio:
“ Ciao Libero, domenica scorsa ho toccato il cielo con un dito. Non esagero se parlo della mia situazione come di un vero e proprio calvario. Due delicati interventi al ginocchio più i tanti guai alla schiena mi avevano fatto perdere la voglia di giocare a calcio. Lo scorso anno sembrava fosse giunto il mio momento, a gennaio invece mi sono dovuto nuovamente arrendere. “
La tua storia dimostra che il lavoro duro alla fine premia sempre.
“Dici bene, meglio tardi che mai. Ho sofferto molto durante tutti questi anni, ho provato a fare qualcosa anche su a Novara, ma senza costrutto. Il ginocchio non mi ha dato mai tregua, l’idea di dover dire addio al pallone mi tormentava.”
Poi che cosa è successo?
“Sono venuto ad Aquino, ho svolto tanto lavoro fisioterapico e ho ricominciato timidamente ad allenarmi. Poi lo scorso anno è giunta la chiamata di Mister Mazzaroppi, un invito che non ho saputo declinare. Ringrazio pubblicamente Valeriano, un amico di vecchia data, che nonostante tutto mi stima ancora. Domenica, appena entrato, mi sono emozionato come un bambino.”
Facciamo un salto indietro, come nasce Marco Sabatini giocatore?
“Ho amato sin da piccolo questo meraviglioso sport, ogni spazio era buono per misurarci dietro ad una palla. Poi l’ingresso nelle giovanili aquinati prima della chiamata importante. Ringrazio con affetto il Mister Enzo Petrilli, venuto a mancare qualche anno fa, un uomo straordinario che ha dedicato tutta la sua vita al calcio. Mi impiegava come esterno sinistro, basso e alto a seconda delle contingenze tattiche. Una persona importantissima per me, mi ha trasmesso molto anche a livello umano. E’ stato lui a lanciare giocatori del calibro di Giuliano Giannichedda, Morris Manolo Ripa e Alessandro Mastronicola. Un uomo vero, di altri tempi, che porterò sempre nel mio cuore.”
Torniamo a noi, che anno sarà per l’Aquino calcio?
“Ho trovato un gruppo molto affiatato, deciso a fare bene. Mi conforta la presenza di molti giovani, dotati tecnicamente, segno evidente che il settore giovanile funziona bene. Un serbatoio importante da cui attingere e che fa ben sperare in prospettiva futura. La squadra nel complesso mi piace, davanti siamo molto competitivi, Ciavaglia è una garanzia. Appena il mister avrà recuperato tutti gli infortunati (me compreso, sorride) potremo toglierci belle soddisfazioni.”
Il tuo rammarico più grande?
“Nel calcio mi sono ritagliato il mio spazio, poi gli infortuni hanno fatto il resto. Avrei pagato pur di far parte di quello splendido gruppo capace di disputare un lustro importante in prima categoria. Cinque anni stupendi che ho seguito nelle vesti del tifoso. Ricordo la sfida contro il Ceccano con una cornice di pubblico pazzesca, scene incredibili che mai avevo visto al nostro Comunale. Peccato non aver dato il mio contributo in mezzo al campo…”
C’è sempre tempo, magari a maggio festeggeremo doppio…
“A maggio spegnerò la quarantesima candelina, un traguardo importante che spero coincida con un bel risultato sportivo. La stagione è appena iniziata, il torneo è lungo, in primavera tireremo le somme, speriamo bene.”
Torniamo all’attualità: Sabato prossimo incombe la trasferta di Ausonia, che sensazioni hai?
“Non conosco la squadra ausonica, ma dai primi riscontri sembra faccia sul serio. Davanti hanno un tridente niente male, dovremo fare molta attenzione. La nostra difesa domenica non ha subito gol, mi auguro tenga botta anche al “Madonna del Piano”. Per quanto mi riguarda sto abbastanza bene, per ovvi motivi sono ancora a mezzo servizio ma se il mister mi convocasse sarei lusingato…”
Ciao Marco e in bocca al lupo per tutto…
“Un caro saluto a te e grazie infinite per l’intervista, a presto e forza Aquino!!!”
Libero Marino