Ristabilire l’equilibrio della dialettica politica e riconoscere il diritto di ciascuno di avere idee proprie e di poterle esprimere nelle sedi opportune. Il rischio, contrario, sarebbe quello di trasformare la democrazia ed il confronto “civile” che ne è alla base, tanto propagandati nel corso dell’ultima campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale, in semplice demagogia. E non solo.
La riflessione dell’esponente del PDL Fausto Tomassi, suona come un monito senza intendimenti polemici. Si pone come un “invito” rivolto al primo cittadino, a mantenere gli impegni assunti con gli aquinati che, innegabilmente, la scorsa primavera hanno dato dimostrazione di voler cambiare. Un risultato legittimo e profondamente rispettoso della volontà popolare; dall’altro lato, però, l’impegno da parte del governo cittadino a garantire il rispetto e le regole della democrazia “il cui fondamento – spiega Tomassi – è nella partecipazione di tutti; anche e soprattutto di chi ha idee diverse dalle nostre”. Ed aggiunge: “Mi piace citare Alexander Dubcek per il quale la democrazia non indica soltanto la possibilità di esprimere la propria opinione, ma anche la garanzia che tale opinione venga tenuta nella giusta considerazione da parte di chi governa”.
Come dire, insomma, che il consenso popolare va mantenuto attraverso interventi e programmi che dal confronto e dal dibattito trovano linfa vitale, nel pieno rispetto delle idee e delle tradizioni storiche che nessuno ha il diritto di cancellare solo perché diverse dalle proprie. E se lo spauracchio di simile atteggiamento rischia di diventare demagogia, il gradino successivo prospetta scenari più inquietanti.
“Non dimentichi il primo cittadino – ha aggiunto Tomassi – e con lui gli esponenti dell’attuale maggioranza, che il ruolo dell’opposizione da loro svolto per diversi anni, è stato quello di vigilare sull’operato del governo cittadino. Così è stato e così sarà sempre. E’ dal confronto democratico e diretto che si parte per la costruzione di progettualità civili e partecipate. La trasparenza, la legalità, la partecipazione e il riconoscimento dei diritti civili e politici, sono presupposti sostanziali minimi ed imprescindibili della vita politica ed amministrativa di una comunità. Negarli, significa rinnegare anche quanto detto dal sindaco Mazzaroppi negli ultimi anni”.
“L’aver impedito ad un partito politico di svolgere nel mese di agosto, come accadeva da decenni, una festa politica provinciale nella pubblica piazza, disconoscendo quel valore millenario che ogni piazza assume in quanto luogo del confronto e del dibattito per antonomasia e ancora – conclude Tomassi -, aver negato almeno sino ad oggi la convocazione di un’assise cittadina richiesta dalle minoranze, non appaiono segnali incoraggianti per il futuro della libertà di espressione politica della nostra città.”