“Ho l’onore a distanza di sedici anni, di dare ancora io, a nome della Città di Aquino, il benvenuto a colui “che viene nel nome del Signore” per riprendere il testimone come Pastore, l’opera di diffusione della parola di Dio e della salvaguardia della dignità dell’uomo che è il punto fondamentale della dottrina cristiana”.
Ha iniziato con queste parole il suo saluto al nuovo vescovo Filippo Iannone, il sindaco di Aquino, nel pomeriggi di domenica 27 settembre.
Mons. Iannone, giunto nella Città di san Tommaso alle ore 17,30, è stato accolto da calorosissime manifestazioni di simpatia.
Nel suo saluto, porto nella stessa piazza San Tommaso, su un palco appositamente allestito, il sindaco ha notato che “sintomatico sia io a darle il benvenuto in questa piazza che è intitolata al nostro grande concittadino, e cuore della vita sociale di oggi, ma che racchiude tantissima parte della storia di Aquino, soprattutto della grande storia religiosa di Aquino; una piazza che ha visto nel corso degli anni la presenza di tanti suoi confratelli nell’episcopato, a cominciare, per riferirci solo al XX secolo, del cardinale Ratti nel 1921 poco prima di diventare Pio XI, ai tanti altri componenti il sacro collegio che non citerò, per il loro elevato numero, anche se non posso non ricordare quella del cardinale Ursi, allora arcivescovo di Napoli, la sua città, che qui tenne una solenne celebrazione eucaristica; né naturalmente non posso non ricordare la presenza in questa piazza del cardinale Karol Wojtyla e del cardinale Joseph Ratzinger, fino al vescovo per eccellenza, il vescovo di Roma, il Papa Paolo VI, che sempre in questa piazza nel 1974 celebrò la memoria del dottore Angelico, gloria della Chiesa Universale e vanto di questa terra”.
Il Sindaco ha poi continuato, ricordando che lo salutava con deferenza e rispetto, anche come rappresentante della continuità storica, unica continuità storica quella del vescovo per la nostra gente, che nel corso di un tempo così lungo, 15 secoli, non ha mai avuto interruzione, prima come Pastore di Aquino, molto più tardi di Aquino e Pontecorvo, infine di Sora – Aquino – Pontecorvo.
“E in questa continuità storica, mi onoro di salutare anche quanti sono qui memori di questa lunga appartenenza diocesana, che testimonia un’ancor più antica comunanza di origine.
Mi riferisco ai cittadini di Arce, di Castrocielo, di Roccasecca, di Roccadarce, di Colle S. Magno, di Santopadre, di Terelle, di Villa S. Lucia, di Piedimonte S.G., di Colfelice, con cui abbiamo una storia comune e radici comuni, e oggi problemi e aspirazioni ugualmente comuni, pur se inseriti in tutt’altra realtà”.
Il Sindaco, dopo aver ricordato la missione della Chiesa nel mondo, e la difesa dei diritti umani in ogni angolo del mondo e ricordato quale grande opera di educazione hanno svolto in Italia soprattutto in passato gli oratoti parrocchiali, spina dorsale delle Chiese locali per la formazione dei giovani e aver “offerto e chiesto collaborazione”, ha così concluso il suo saluto al nuovo vescovo: “…..noi l’accogliamo con fiducia, disponibili ad ascoltare la sua parola e a cercare di seguire il suo esempio. Lei qui non è un estraneo, e trova cuori aperti pronti ad accoglierla, non solo perché è il successore di tanti Pastori che l’hanno preceduta nella Cattedra che fu di San Costanzo, ma perché è Padre di tutti, ma soprattutto, come deve essere, degli ultimi, dei deboli, della parte più sofferente della nostra società, secondo il precetto evangelico che Lei è stato chiamato a diffondere e testimoniare tra la nostra gente; un precetto che è anche un progetto di vita, che non muta col mutare dei tempi”.