Ha usato le parole di san Paolo…”ho combattuto la buona battaglia… ho terminato la corsa…” il sindaco Grincia avviandosi alla conclusione del suo saluto di benvenuto al nuovo vescovo diocesano mons. Gerardo Antonazzo che, come tradizione secolare, ha effettuato l’ingresso ad Aquino dopo l’insediamento nella cattedrale di Sora una settimana prima. Il sindaco di Aquino ha fatto riferimento a questa espressione dell’apostolo delle genti, in riferimento alla conclusione del suo mandato amministrativo, “dopo trentotto anni di impegno civile diretto, e dopo ventuno da che ho assunto la principale responsabilità istituzionale, ma anche morale ed etica, della comunità di Aquino.”
Infatti, ha precisato il sindaco Grincia e ha richiamato i motivi che lo hanno spinto tanti anni addietro all’impegno civile, e ai valori su cui tale impegno si deve fondare, valori in cui crede e su cui si è formato chi, come lui, ha voluto testimoniare la sua formazione legata, come per tanti, a quei principi dell’umanesimo cristiano su cui si fondano “la nostra storia e la nostra cultura, a cominciare dal valore della testimonianza”. “Quello di oggi,” ha fatto notare il sindaco a mons. Antonazzo, “è il mio ultimo intervento pubblico come sindaco di Aquino…tra un mese esatto, questa grande responsabilità, molto faticosa, anche se molto gratificante, giungerà a conclusione. “A suo tempo, tanto tempo addietro, ritenni necessario che non si potesse stare solo a guardare, come tanti ritengono di fare… ritenni, che per un cattolico che vuol testimoniare i propri valori nella società, fosse necessario “sporcarsi le mani” come si usa dire quando ci si immerge realmente e concretamente nell’azione e nella responsabilità che comporta questo tipo di impegno, anche con i tanti rischi connessi.”
“L’ho fatto però”ha continuato il Sindaco Grincia, “perchè ho ritenuto che dovesse essere fatto; e a quei valori appena enunciati, ho cercato di improntare sempre la mia azione e sopratutto la mia testimonianza; non so se sono riuscito a dimostrarlo, ma io so di aver seguito questo imperativo e questa linea che per me ha sempre costituito un servizio reso agli altri, e questo ritengo che significhi l’assunto…..’politica come la più alta forma della carità’, come diverso tempo fa, qualcuno ha definito la politica.” “So bene che oggi, in questo particolare momento storico nazionale, la definizione è in netto contrasto con quanto accade, ma per me è stato così, e così ho cercato di testimoniarla”. Il sindaco Grincia ha poi proseguito…”Lo dico in questo momento davanti ai miei concittadini perchè so di poterlo dire, e di fronte al vescovo, che per me e per tanti ancora rappresenta quei valori di cui la Chiesa è custode e ‘madre e maestra’, come sanno bene quelli che in essa credono,e con i quali si sono formati. “Io, anche come credente, credo molto nei segni, e nei segni provvidenziali… “E’ un segno anche che abbia potuto pronunciare queste parole in questa occasione fino a poco tempo fa non prevista, e offrire qui, davanti a lei e ai miei concittadini, questa che è una mia piccola testimonianza fatta sì di parole, ma di parole che richiamano lunghi anni di servizio, quasi una vita, a favore di questa comunità”.
A questo punto il sindaco Grincia ha richiamato l’espressione di san Paolo… “ecco, anch’io credo di poter dire… ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa… ho conservato la fiducia…” “Questo mio ultimo pensiero”, ha concluso, “vuole essere in questo momento,anche una testimonianza offerta a lei, una testimonianza beneaugurante per l’inizio di questa sua nuova “buona battaglia” che ha appena cominciato…una “corsa”, la sua, che richiede dedizione di mente e di cuore, impegno, costanza, azione continua e incessante, ma che infine, le daranno la certezza di avere veramente combattuto la “buona battaglia” di cui parla san Paolo.” All’inizio del suo saluto, il sindaco Grincia aveva dato il benvenuto al nuovo vescovo nella città che “si rende celebre in tutto il mondo, direi in tutta la storia, e in tutta la cultura.. e il cui nome vola per gli spazi e per il tempo… ” secondo le parole che il papa Paolo VI pronunciò “proprio nel punto in cui ci troviamo in questo momento.” Ed ha poi così proseguito…”benvenuto in questa città e in questa piazza, il cui suolo è stato solcato nel ventesimo secolo, da uomini come il cardinale Achille Ratti poco prima di diventare Pio XI, come il cardinale Karol Wojtyla, come il cardinale Joseph Ratzinger, che qui hanno onorato, come naturalmente anche Paolo VI, l’immensa figura a cui questa piazza è intitolata e la cui raffigurazione ci sovrasta alle nostre spalle…il nostro grande san Tommaso, l’Aquinate per eccellenza, come recitano i dizionari alla relativa voce…” …”benvenuto in questa città dove i vescovi sono di casa, e lo sono da quindici secoli, da quando cioè, nel quinto secolo, nacque la Chiesa aquinate”.
Il sindaco poi ha rilevato come si sentisse onorato dal fatto che “sia io, ad aver dato il saluto della città a tutti e tre i vescovi che si sono succeduti dopo il 1983, da quando cioè le tre diocesi furono unificate in una sola”. Dopo aver ricordato le distruzioni che la città e lo stesso edificio della cattedrale hanno subito verso la fine della seconda guerra mondiale, ha ancora ricordato a mons.Antonazzo come lui giungesse in un luogo “che non le è estraneo, iniziando la sua visita dal punto dove sono passati oltre che i suoi predecessori, tanti che hanno segnato la storia recente della Chiesa Universale”.
Il sindaco ha fatto riferimento poi alle comunità dell’antica sede episcopale aquinate come Arce e Roccadarce, Castrocielo, Colle san Magno, Colfelice, Esperia, Pico, Piedimonte San Germano, Roccasecca, Santopadre, Terelle, Villa Santa Lucia, “con cui abbiamo origini comuni e una storia comune, e, non può essere diversamente, anche gli stessi problemi sociali ed economici, che oggi sono tanti.”
A questo punto, il sindaco Grincia ha richiamato le difficoltà in cui i Comuni si trovano e che risentono in modo particolare della crisi in atto….”quella crisi che purtroppo è alimentata anche dalla caduta verticale di credibilità politica e in molti casi anche istituzionale”. “Perciò” ha rilevato ancora, “il compito arduo che attende tutti, compresi “i pastori di anime”, è anche quello di impegnarsi per restituire credibilità al ruolo che ciascuno di noi è stato chiamato a ricoprire, alle Istituzioni di cui siamo responsabili e al cui servizio ci siamo impegnati, ciascuno nel proprio campo, e con il proprio ruolo”. “E qui sono necessari la collaborazione e l’impegno comuni, perchè il fine primo e ultimo delle Istituzioni che rappresentiamo, cioè la Chiesa e lo Stato, è lo stesso: essere al servizio della Società e dei suoi singoli componenti, per aiutarla e migliorarla”.
Al termine del saluto e della breve replica del vescovo in che ha sottolineato che il suo compito è anche quello di aiutare tutte le realtà del territorio, anche quelle distanti dalla Chiesa, il Sindaco gli ha fatto omaggio di una formella raffigurante lo stemma di Aquino, dopodiche si è formato un corteo fino alla contigua cattedrale, dove mons. Antonazzo, ha proceduto alla solenne celebrazione della messa con molti parroci delle vicine chiese locali, tenendo un’omelia dal contenuto molto elevato.