Rispetto le scelte dell’amico Mario Giannitelli ma non condivido affatto le ragioni del suo dissenso.
In verità mi sarei aspettato dall’amico Mario motivazioni di portata oggettiva ispirate alla rinnovata congiuntura politica e sociale.
Non posso condividere la logica – per certi aspetti discriminante – circa la necessità che il capolista debba essere scelto all’interno della maggioranza con esclusione di chi, pur non avendone fatto parte abbia, comunque, avversato il metodo della paralisi amministrativa.
Nell’ultima consiliatura, infatti, si è delineata una forte frattura tra i diversi gruppi consiliari; una frattura tale da determinare una paralisi amministrativa che non ha avuto precedenti nella storia politica locale.
Una scelta solamente interna – in luogo di una condivisione metodologica allargata, verrebbe, infatti, a certificare quella “incapacità” più volte declamata dalle frange antagoniste estreme e da Mario Giannitelli ben conosciute e combattute.
Si deve avere il coraggio, allora, di ammettere che non d’incapacità s’è trattato se non si vuole connotare di nero l’esperienza amministrativa dell’ultimo quinquennio.
E’ noto, infatti, come le denunce, i ricorsi, gli esposti di vario genere hanno avuto un effetto paralizzante anche sull’ordinario amministrativo.
Cosicché, voler ripresentare la soluzione del passato senza tener conto della mutata realtà, del valore pungente ed ostruzionistico di quella frangia dell’opposizione, significa non porre la scelta politica al passo con “nuove e mutate condizioni politiche e sociali”.
Mario conosce bene la spina amministrativa di quella frangia dell’opposizione; sa bene che essa è entrata in profondità sino a toccare le midolla della macchina burocratica e capace di paralizzare i centri nevralgici dell’intera azione amministrativa.
Non comprendere questo significa, allora, voler dar prevalenza all’astio personalistico, alla rabbia, all’emotività che, purtroppo, in politica non pagano mai.
Ogni scelta sarà rispettata ma condivisa solo quella che, tenendo conto delle difficoltà del passato, costituirà premessa per rilanciare la nuova azione amministrativa che, purtroppo, non potrà beneficiare più del solo ideale di rappresentanza dovendosi, invece, conciliare con la congiuntura sociale stretta – sempre più – nella morsa del dualismo povertà-indigenza dalla quale, ormai, non si riesce più ad uscire.
Chi intende aderire al nuovo progetto politico, allora, è tenuto a sapere che la nuova compagine – in cui si faranno confluire in maniera bilanciata antiche e nuove energie – non si fermerà di fronte a nulla e, senza riposo e sbavature, manterrà fede all’obiettivo di arginare – almeno a livello locale – le spinte pauperistiche ormai dilaganti anche nella nostra comunità.
Non c’è tempo, allora, per fermarsi di fronte allo sconforto personalistico (pur legittimo) ed ogni prevedibile spinta ispirata al metodo ostruzionistico delle denunce, dei ricorsi, degli esposti e delle macchinazioni varie sarà spazzata via perché la povertà, l’indigenza e la perdita di dignità che ad esse ne seguono, sono condizioni che non consentono tentennamenti o ritardi di alcun genere dovendo, invece, essere prospettate, affrontate e risolte con la massima sollecitudine e determinazione.
Di fronte a ciò, l’amico Mario Giannitelli si ponga la domanda e dia la migliore risposta…non importa quale ,ma dia una risposta!
Che i Cittadini di Aquino siano “Illuminati” nella “scelta di rappresentatività” – qualunque dovesse essere – con la consapevolezza però che da essa dipenderà il loro futuro e quello dei loro figli”!
E’ questo il mio Augurio per il nuovo anno 2013.
Aquino, 01 gennaio 2013 Emanuele Tomassi