L’emotività, la perdita di lucidità, l’incoerenza sono il preludio alla più faziosa strumentalizzazione.
Le dimissioni del Consigliere Andrea La Starza, infatti, hanno dato la stura al ripetersi della politica della incoerenza, del parlare livoroso, della perdita dell’obiettività tale da non essere in grado – le opposizioni precostituite – di fare una semplice sommatoria.
Si legge da più parti – infatti – che se non vi fossero state le dimissioni di Andrea La Starza da Consigliere vi sarebbe stata la mancata approvazione del bilancio con conseguente caduta dell’amministrazione.
Ebbene, quanti affermano ciò (come il PD) non sono in grado nemmeno di fare una semplice sommatoria.
Ammesso e non concesso, infatti, che vada tutto per il peggio – ovverosia che Enrico De Clemente, Fausto Tomassi ed Antonella Di Gennaro decidano di votare contro il prossimo bilancio – i Consiglieri restanti sarebbero comunque nove.
Lo scrivente, infatti, di fronte al pericolo di commissariamento eviterà – per gli ultimi sei mesi di consiliatura – tale infausto risultato.
Tuttavia, piace pensare che – di fronte ad un pericolo siffatto anche i citati Consiglieri tramite l’astensione – non faranno mancare i numeri al Consiglio scongiurando, così, il pericolo e le spese di commissariamento.
Chiarito il punto – ovverosia che nessun commissario verrà ad amministrare Aquino in questo scorcio di mandato – resta da precisare se le scelte del Consigliere dimissionario Andrea La Starza siano o meno corrette.
Tecnicamente tali scelte sono correttissime – Il Consigliere La Starza, infatti, avrebbe voluto far affluire maggiori entrate nelle casse dell’Ente; il problema è che i flussi indicati da La Starza sono costituiti principalmente da maggiore pressione fiscale.
Di per sé anche tale maggiore imposizione – se necessaria – è tecnicamente ineccepibile.
Il problema, allora, è di opportunità e di previsione.
E’ parso opportuno e scrupoloso, infatti, non imporre ai Cittadini di Aquino altre tasse in ragione – ed il problema diventa di previsione – del fatto che da qui a qualche mese anche il Governo e Parlamento saranno rinnovati.
Da più parti, infatti, ci si auspica che con il mutare del Parlamento e del Governo vengano attuati quei suggerimenti autorevolmente consigliati (es. Corte dei Conti) di ridurre notevolmente la pressione fiscale in capo ai Cittadini e di elaborare una serie di accorgimenti economici tali da rilanciare l’economia nazionale.
Un inserimento nel piano triennale di nuove tasse locali, dunque, non avrebbe tenuto conto di tale evoluzione ed avrebbe imposto ai Cittadini maggiori oneri in un momento in cui esiste la più grande congiuntura economica negativa della storia contemporanea.
Aquino, 07 ott. 2012
Emanuele Tomassi