Le elezioni amministrative appena concluse hanno evidenziato  il trend negativo del Partito Democratico nella provincia di Frosinone.

alle cocenti sconfitte dello scorso anno di Cassino e Sora si somma quella di Frosinone e il deludente risultato di Ceccano del primo turno.

Il continuo esodo di nostri elettori verso l’astensione o verso altri partiti non può passare inosservato.

Il segretario provinciale Migliorelli, e i rappresentanti delle varie anime del PD, dovranno riflettere su questi dati e affrontarli per quelli che sono, cioè una bocciatura del nostro partito in provincia.

E’ evidente che qualcosa non va e non si tratta solo di persone. Cambiare qualche pedina è necessario ma non sufficiente. Ciò che deve essere modificato è il metodo con il quale è stato gestito il partito negli ultimi anni.

Oggi il PD è un partito statico che ha dimenticato la sua vera natura cioè quella popolare che vuol dire stare tra la gente ed ascoltarne le esigenze facendosene carico.

La situazione in provincia di Frosinone è critica: La quota di famiglie al di sotto della soglia di povertà è del 9,7%, valore ben superiore al dato dell’Italia centrale (5,9%) e del Lazio (6,0%), il che sottolinea la presenza di forti squilibri interni, con la distribuzione sul territorio di ampie sacche di disagio, determinate dalla percentuale di disoccupati di lungo periodo (58,6%), ben più alta rispetto a quella regionale (49,9%) e nazionale (44,1%). Il reddito disponibile posto uguale a 100 il valore nazionale, si attesta su 87,1, collocando Frosinone al 71esimo posto su 103 province. (dati dell’Osservatorio economico della Camera di Commercio di Frosinone).

Considerati questi dati non possiamo accettare un partito cristallizzato ma dobbiamo necessariamente iniziare a cercare quelle risposte che la gente ci chiede.

Enrico Letta ha dichiarato che questo voto apre scenari nuovi e chiede alla politica cambiamenti.

Matteo Renzi scrive su twitter: ormai sulla rottamazione sono tutti convinti. La sfida adesso è immaginare un’altra Italia: merito, qualità, talento.

Debora Serracchiani nel suo blog afferma che dopo Parma, il motto “rinnovarsi o morire” non è una critica alla segreteria ma una proposta concreta.

Pippo Civati dice che le tragedie (politiche ovviamente) possano essere evitate. Solo che bisogna fare «qualcosa».

E allora abbiamo il dovere di fare qualcosa, è necessario ripartire dalla base, dai circoli troppo snobbati fino ad oggi.

Bisogna rimettere al centro dell’attenzione l’attività politica e l’impegno nel portarla avanti.

Dobbiamo costruire una dirigenza più attenta alle esigenze del territorio, che torni a frequentare i circoli e ad ascoltarne problemi e idee.

Bisogna affrontare e risolvere i tanti nodi che bloccano le attività dei vari circoli. Non si può pensare che lasciandoli nel dimenticatoio si risolvano  da soli o che prima o poi qualcuno molli la presa togliendo le castagne dal fuoco.

A volte bisogna anche prendere decisioni sofferte, ma necessarie per il bene del partito, senza pensare se a subirle siano esponenti della stessa corrente.

Concludo ribadendo all’attuale dirigenza di assumersi questa  responsabilità e adottare con coraggio iniziative che portino ad un radicale cambiamento non solo nelle persone ma soprattutto nel metodo di gestione del partito provinciale.

Fabio Gervasio

Coordinatore PD Aquino

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