Norberto Bobbio, uno dei massimi filosofi del diritto, ha scritto “che l’unico modo d’intendersi quando si parla di democrazia (…) è di considerarla caratterizzata da un insieme di regole che stabiliscono chi è autorizzato a prendere decisioni collettive e con quali procedure (…). Quindi, affinché una decisione presa da individui possa essere accettata come una decisione collettiva occorre che venga presa in base a regole” che individuano e stabiliscono chi prende le decisioni e con quali procedure. Ebbene, questo elementare concetto di democrazia è stato in molte occasioni gravemente disatteso dalla maggioranza, costretta, per questo, a ricorrere spesso allo strumento dell’autotutela, che è una modalità tecnico-formale attraverso la quale l’amministrazione sana atti illegittimi ed erronei da essa stessa deliberati. Insomma, per capirci, fa come colui che prima pecca e poi confessa i suoi peccati, mettendosi, o pensando di mettersi, l’anima in pace e di ottenere l’assoluzione. Così hanno fatto spesso Grincia e la sua maggioranza, sino ad acquisire la convinzione che tutte le regole possono essere sempre e impunemente infrante. Ma c’è un limite a tutto; quel limite, in democrazia, è rappresentato dalla veridicità di ciò che si approva e dal rispetto di scadenze perentoriamente fissate dall’ordinamento amministrativo. Ora, si dà il caso che, con riferimento alla famigerata e ridicola vicenda del dissesto, prima deliberato e successivamente annullato dalla maggioranza in seguito al fondato e ben argomentato ricorso al TAR del Coordinamento dell’opposizione, si è determinata una situazione di inemendabile violazione di una fondamentale e perentoria regola procedurale, peraltro richiamata tempestivamente con comunicazione e diffida scritta dallo stesso Prefetto di Frosinone a tutti i consiglieri comunali, che stabilisce come termine ultimo per l’approvazione della salvaguardia degli equilibri di bilancio il 20 ottobre 2010. In caso contrario si sarebbero determinate le condizioni per lo scioglimento del Consiglio comunale.
La situazione, in attesa del decreto di scioglimento invocato dall’opposizione che fa capo a Libero Mazzaroppi, Carlo Risi, Marco Iadecola e Luca Di Ruzza, ha assunto una fisionomia davvero paradossale e surreale, che vede tuttora la maggioranza, come se il tempo si fosse fermato, intenta pericolosamente ad armeggiare, ad aprile 2011 inoltrato, sul bilancio del 2010, peraltro attenzionato (notizia di stampa che ha fatto molto scalpore) solo pochi giorni fa dalla Procura di Cassino che ha ipotizzato una serie di reati. Si pensi solo al fatto che, con data 22 aprile 2011 il Sindaco Grincia ha convocato un Consiglio comunale per esaminare e far approvare alcuni atti tra cui la salvaguardia degli equilibri di bilancio del 2010, ammettendo implicitamente che quella salvaguardia non era stata approvata. Si aggiunga che tale convocazione, contenente altre e reiterate violazioni, si scontra clamorosamente con il parere del Revisore del conto di cui abbiamo acquisito una voluminosa e corposa documentazione che evidenzia e dettaglia senza mezzi termini le numerose irregolarità contabili della giunta Grincia. Se, fino a qualche tempo fa, il Sindaco, con giustificazione puerile e ridicola, ha addossato le responsabilità del dissesto a fantomatici e diffamatori complotti messi in atto ai suoi danni, ora non ha più alibi, non può più permettersi di giocare con la realtà e con la professionalità degli uffici, dal momento che, dopo l’annullamento della delibera di dissesto, ha gestito personalmente e direttamente la questione, compiendo una serie di irregolarità, non meno gravi di quelle passate, debitamente e formalmente sottolineate nella recentissima relazione del Revisore del conto.
La convocazione del consiglio comunale per il prossimo 22 aprile, in conclusione, è la prova certa che quella famosa salvaguardia non ha alcuna validità e che, sia di fatto che in punta di diritto, non è stata mai approvata. Forti di questa convinzione e della incontrovertibile verità dei fatti, siamo determinati a difendere le nostre ragioni in ogni sede, ricorrendo a tutti gli strumenti legali a nostra disposizione contro chiunque compia omissioni ed arbitri, anche per dare forza e rappresentanza alle numerosissime sollecitazioni che ci provengono dai cittadini di Aquino.
Resta, a tutt’oggi, il rammarico per la lentezza con la quale l’Organo Prefettizio a cui ci siamo rivolti per ottenere il rispetto della legalità sta affrontando la questione: la legittima cautela e il dovere di approfondimento dell’istanza avanzata non devono e non possono rallentare la difesa e il ripristino della legalità che noi perseguiremo con ferma ed ostinata determinazione.
Aquino, 10.aprile.2011 Il Capogruppo “Aquino nel cuore”
(Cons. Com. dott. Libero Mazzaroppi)