L’Associazione Cittadinanzattiva esprime l’esercizio di una responsabilità di cittadinanza dentro lo spazio pubblico e contribuisce a qualificarlo ed ampliarlo.

Questo lo scopo e l’obiettivo dell’associazione.

Dunque ogni mio intervento nelle questioni amministrative non è un sopruso, non è un abuso e neppure un’indolenza. E’ più dell’esercizio di un diritto, più di un dovere. E’ un interesse: quello di migliorare la qualità dei servizi al cittadino.

Io, Mario Di Litta, rappresento, nella mia qualità di coordinatore dell’Associazione Cittadinanzattiva, i cittadini che ne fanno parte, ma anche tutti gli altri che a noi si rivolgono per manifestare le loro esigenze e le loro lagnanze rispetto al malfunzionamento della cosa pubblica.

Per questo mi sento autorizzato ad intervenire, anche con una certa assiduità, nella vita pubblica e nelle istituzioni, alle quali mi rivolgo sempre con il doveroso rispetto, non sempre però sono contraccambiato, ma non importa, perchè noi di Cittadinanzattiva non cerchiamo nè onori e nè glorie ma giustizia e servizi per i cittadini.

Perciò mi stupisco e disapprovo quanto contenuto nel commento apparso a margine della notizia che riguardava il mio intervento pubblico sulla questione della festa del 17 marzo, che voleva essere un’esortazione all’amministrazione comunale a non far passare inosservata quella data così importante per la nostra Repubblica.

Lo disapprovo perchè è irrispettoso e limitativo.

Non può dire che Mario Di Litta deve occuparsi di ospedali. Mario Di Litta è innanzitutto un citadino di questa Repubblica e come tale vuole e chiede che le siano fatti tutti gli Onori, è un aquinate e come tale è partecipe della vita civile della città, è coordinatore del Tribunale per il Diritto del malato e come tale deve occuparsi anche degli ospedali e della salute della gente.

E tutto questo Mario Di Litta fa ogni giorno e con orgoglio.

L’autore di quel commento, chiunque esso sia, non ha capito cosa significhi esercitare il diritto di cittadinanza e me ne dispiaccio per lui.

La nostra, per fortuna, è una Repubblica democratica e quindi ogni cittadino che la abita deve sentire vivo dentro di sè il dovere di renderla migliore per se stesso e per gli altri. 

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