La vicenda giudiziaria dei tre dipendenti comunali è oramai chiusa e non è il caso di protrarne oltremodo gli effetti negativi sull’immagine e l’onore delle persone coinvolte.

Sul versante della politica, intesa essa quale “arte o scienza del governo”, vorrei – tuttavia – fare alcune considerazioni, basandomi sui fatti oggettivi.

Un pubblico amministratore, un Sindaco, a capo di un Ente Locale, di fatto quasi da un ventennio, si duole nel maggio 2009 di una “scandalosa evasione tributaria” che quantifica pari al 50% della TOSAP per i posteggi al mercato comunale ed alla quale lui stesso dichiara di non essere riuscito a debellare da anni, neanche attraverso la modifica dei regolamenti comunali per il commercio delle aeree pubbliche del 27 ottobre 2005 e del 10 ottobre 2007 con la introduzione della sanzione della revoca della concessione per il posteggio in danno degli evasori.

Per questa ragione denuncia il fatto alla magistratura cui rappresenta che gli uffici comunali non hanno mai recuperato le somme evase, né messo in mora i morosi, né revocate le concessioni di posteggio, chiedendo che fossero individuati i colpevoli delle suddette omissioni.

Una prima considerazione viene quasi spontanea: Se le cose stanno come sopra riportato, cioè come asserisce il Sindaco, perché si è aspettato 5 o forse 10 anni per agire?

Se l’evasione TOSAP suscita “da anni” pubblico scandalo, non è altrettanto scandaloso che non la si sia fin da subito, almeno a partire da quando il fenomeno avrebbe assunto una preoccupante consistenza, contrastata, ma lo si sia fatto solo dopo anni ?

Vero è che – come si suol dire – “meglio tardi che mai”, ma occorre interrogarsi sulla circostanza se sia l’esposto alla Magistratura la via migliore per la soluzione degli annosi problemi legati al mercato comunale.

Certamente il ricorso come extrema ratio al Giudice penale può, stante l’azione deterrente della sanzione, svolgere in alcuni casi la funzione di argine contro prassi di illegittimità diffusa, ma questo vale quando l’ingranaggio della macchina amministrativa si inceppa solo per la condotta illecita di un solo singolo dipendente, non quando l’intoppo sta a monte nella struttura burocratica dell’Ente, cioè nel difetto dell’indefettibile opera di coordinamento degli Uffici comunali.

In astratto, il recupero della TOSAP e la omessa REVOCA delle concessioni di posteggio ai morosi, sono adempimenti che – nel complesso- involgono l’operato di almeno tre uffici comunali (quello commercio, tributi e quello di polizia municipale, quanto meno per le notificazioni) cui sovrintende, con compiti di impulso direzione e coordinamento di tutti gli Uffici, il Responsabile del Servizio nominato dal Sindaco e che, nel nostro comune, è il Segretario Comunale.

Il Segretario Comunale – almeno fino a due mesi fa – è stato sempre prescelto dal Sindaco, anzi -nel periodo contestato ai tre dipendenti comunali- il Segretario è stato -sempre dal Sindaco- addirittura omaggiato anche della funzione, lautamente retribuita, di “Direzione Generale”.

Il Segretario Direttore Generale – almeno stando ai Regolamenti – avrebbe dovuto proprio dare “attuazione al programma ed agli indirizzi di governo” e perseguire “livelli ottimali di efficacia ed efficienza”  e “garantire migliore efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa e formulare rilievi circa eventuali profili di non conformità ai programmi ed agli obiettivi definiti dalla amministrazione o di inerzia” , insomma la figura ad hoc per la risoluzione della annosa problematica della TOSAP.

Eppure – come sembra attestare il Sindaco – nulla di tutto questo è stato fatto: ma allora chi è il responsabile politico ed amministrativo della disfatta ?

Senza alcuna animosità, non credo che vi possano essere dubbi: è il Sindaco che -in luogo di prendere atto quanto meno della sua incapacità a dirigere adeguatamente gli apparati burocratici attraverso la scelta dei Responsabili, scelta che dell’amministrazione è momento essenziale, e di trarne le dovute conseguenze, gratuitamente acuisce una incomprensibile contrapposizione con i dipendenti comunali, fatta di fantasiose contestazioni di chissà quali reati, contestazioni che poi alla prova dei fatti si dissolvono – in tutta la loro radicale infondatezza – nella lettura del dispositivo della sentenza resa dal Giudice che nel volgere di pochi minuti, sancisce lapidario: “Il fatto reato non sussiste”, ma, sarebbe da aggiungere, di incapacità a risolvere il problema c’è ne è in abbondanza.

Così come ce n’è a sufficienza di scempiaggini, anche giuridiche, che danno corpo ad esilaranti delibere di giunta, ben tre, di cui una annullata all’insegna dell’immancabile “autotutela” perché sbagliata, attraverso le quali i nostri pregevoli amministratori capeggiati dal Sindaco nulla hanno di meglio da fare che verificare la possibilità o meno di costituire parte civile l’Ente Comune di Aquino contro i dipendenti per il ristoro del danno all’erario ed all’immagine, derivante dalla vicenda TOSAP e/o di intraprendere un procedimento disciplinare a carico dei tre onesti  malcapitati, inermi vittime di un furore giudiziario miope e donchisciottesco.

E cosa leggiamo sul giornale ??

Che il Sindaco – che è l’autore dell’esposto – esprime soddisfazione per il proscioglimento dei tre dipendenti: ma – mi chiedo – il Sindaco non sarebbe stato ancora più soddisfatto e contento se l’esposto non l’avesse proprio mai fatto? La circostanza si commenta da sé.

Vero è che la vicenda della TOSAP e dei tre dipendenti denunciati è solo l’ultima di un ricco carnet di abbagli e di scelte fatte sotto l’impulso ingannevole dei sentimenti e delle passioni, e che puntualmente si ritorcono contro il Sindaco, senza ovviamente risolvere alcun problema, anzi –se possibile – di fatto aggravandoli, stante il carico di lacerazioni personali e di relazioni conflittuali, che ne residuano.

Una ultima considerazione

All’esito di tutto questa storia, emerge un dato incontestabile costituito dalla insanabile scollatura tra Sindaco (e sua maggioranza) e quasi tutti gli Uffici Comunali.

Come può allora astrattamente prefigurarsi la possibilità di amministrare fattivamente il Comune se oramai si interloquisce con gli Uffici per il tramite degli esposti, degli ordini di servizio et similia ?

Come può un Sindaco amministrare saggiamente la città se imperterrito, contro ogni logica, porta avanti una sua “battaglia” contro tutto e contro tutti all’interno del Comune illudendosi, in tal modo, “ di farli lavorare” ed ottenendo esattamente il contrario?

Questo accade nella casa comunale, mentre al di fuori i cittadini avviliti assistono, attoniti e stupefatti, al graduale ed inesorabile decadimento della Città e delle sue risorse, rimpiangendo le occasioni di crescita mancate, ma sempre speranzosi in un prossimo risorgimento, che – sono certo – non tarderà a venire.

Avv Carlo Risi

Consigliere Comunale

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