Vi starete sicuramente chiedendo: “ma che articolo è?”
Infatti suona strano e può sembrare fuori tema, in effetti non c’è nemmeno la categoria “Medicina” su AquinoCresce. Lo so.
Mi è però arrivata questa mail da una persona più che fidata, l’ho letta in 30 secondi ed effettivamente credo sia cosa buona e giusta doverla condividere con più persone possibili. L’unico sistema che conosco è quello di postarlo su blog e facebook.

Ecco il testo della mail:
“Durante una grigliata Federica cade.
Qualcuno vuole chiamare l’ambulanza ma Federica rialzandosi dice di essere inciampata con le scarpe nuove.
Siccome era pallida e tremante la aiutammo a rialzarsi.
Federica trascorse il resto della serata serena ed in allegria.
Il marito di Federica mi telefonò la sera stessa dicendomi che aveva sua moglie in ospedale.
Verso le 23.00 mi richiama e mi dice che Federica è deceduta.

Federica ha avuto un’ictus cerebrale durante la grigliata.
Se gli amici avessero saputo riconoscere i segni di un ‘ictus, Federica sarebbe ancora viva.

La maggior parte delle persone non muoiono immediatamente.
Basta 1 minuto per leggere il seguito:

Un neurologo sostiene che se si riesce ad intervenire entro tre ore dall’attacco si può facilmente porvi rimedio.
Il trucco è riconoscere per tempo l’ictus!!!
Riuscire a diagnosticarlo e portare il paziente entro tre ore in terapia.
Cosa che non è facile.

Nei prossimi 4 punti vi è il segreto per riconoscere se qualcuno ha avuto un’ictus cerebrale:

* Chiedete alla persona di sorridere (non ce la farà);
* Chiedete alla persona di pronunciare una frase completa (esempio: oggi è una bella giornata) e non ce la farà;
* Chiedete alla persona di alzare le braccia (non ce la farà o ci riuscirà solo parzialmente);
* Chiedete alla persona di mostrarvi la lingua (se la lingua è gonfia o la muove solo lateralmente è un segno di allarme).

Nel caso si verifichino uno o più dei sovra citati punti chiamate immediatamente il pronto soccorso.
Descrivete i sintomi della persona per telefono.

Quotidianamente mandiamo tanta spazzatura per il Globo, usiamo i collegamenti per essere d’aiuto a noi ed agli altri.

Sei d’accordo?”

AGGIORNAMENTO:

vi posto un articolo di attivissimo.blogspot.com che fa luce sul testo sopra citato:

Chi segue il Disinformatico da tempo ricorderà che l’ultima volta che Federica era andata a una grigliata era morta d’infarto, non di ictus, ed era successo nel 2007. Per cui l’istinto di classificare questa storia come bufala è molto forte, ma sarebbe un errore.

Infatti la storia di Federica è probabilmente inventata (nell’appello originale Federica si chiamava Ingrid), ma le istruzioni proposte dall’appello stavolta sono quasi sensate, perché descrivono i tre passi della Cincinnati Prehospital Stroke Scale: un sistema di valutazione usato dai soccorritori esperti per decidere dove ricoverare i pazienti e quali procedure avviare subito ma applicabile con successo anche dalle persone non addestrate: a patto di usare il sistema vero, non quello citato nel messaggio.

È giusta la richiesta di sorridere, perché serve a rivelare eventuali sorrisi asimmetrici o parziali, che possono essere sintomo di paralisi. La richiesta di alzare le braccia è corretta solo in parte, perché il CPSS considera non solo l’alzata delle braccia, ma anche il loro mantenimento in posizione quando il soggetto ha gli occhi chiusi.

È corretto anche chiedere di dire una frase: serve per evidenziare eventuali problemi improvvisi di articolazione delle parole o dei pensieri.  Ma la faccenda di mostrare la lingua non c’entra nulla: non fa parte del CPSS.

Anche il tempo di tre ore indicato nell’appello è valido, perché i farmaci possono limitare gli effetti debilitanti di un ictus appunto entro questo periodo di tempo dall’evento.

Resta comunque valido ancora di più il consiglio di chiamare immediatamente i soccorsi, anche perché se avete motivo di sospettare che qualcuno abbia avuto un ictus non è il caso di perdere tempo con verifiche fatte da mani non esperte. Più in generale, non è opportuno affidare la propria salute e quella altrui a un e-mail di dubbia provenienza; è molto più saggio informarsi presso le persone realmente competenti.

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