Sarà per l’effetto della canicola o per l’esito incontrollato di una contagiosa crisi di nervi che pare contaminare diversi personaggi della maggioranza, a partire dal Sindaco, se anche il Vice Sindaco, Mario Giannitelli, da qualche tempo mostra di non sapersi mantenere nei corretti binari della pur aspra schermaglia dialettica, usando parole che semanticamente gli sfuggono, come la realtà che egli tenta di rappresentare. Egli confonde il legittimo e doveroso esercizio di critica messo in atto dall’opposizione con una ignobile attività denigratoria nei confronti della maggioranza e con una ancor più riprovevole attività diffamatoria nei confronti della città di Aquino. In realtà, non si rende conto (ma non me ne meraviglio) che il mio e il nostro risentimento sono sostenuti unicamente dall’amore che ci lega alla nostra città che vediamo scontare un carissimo prezzo in termini sociali, economici e culturali, a causa della incompetenza e della negligenza di una classe dirigente che ha nella diarchia Grincia-Giannitelli la sua sintesi più alta e rappresentativa.
Se Giannitelli ha gli occhi per vedere e sufficiente lucidità per giudicare e confrontare, non potrà non riconoscere che là dove, nel recente passato, i paesi limitrofi ci guardavano con invidia e ammirazione, ora hanno acquisito un ruolo e una dimensione socio-economica e politico-culturale nettamente superiori a quelli della nostra città. Questa, purtroppo, è opinione comune e negarla a chiacchiere non contribuisce a modificare la situazione che rimanda a precise e ben individuate responsabilità dalle quali Giannitelli non è certo immune. La sua presenza nella gestione della cosa pubblica, infatti, è stata grigia, incolore ed evanescente, e ci è difficile ricordare negli anni qualche atto e qualche iniziativa legati al suo nome.
Quanto, poi, alla definizione data al mio intervento, io credo che Giannitelli (o chi per lui) faccia una enorme confusione, a partire da quella che riguarda il significato dell’aggettivo “proditorio”. A suo beneficio chiarisco che esso indica un’attribuzione di tradimento; e non capisco cosa ci sia di proditorio in un intervento pubblico, concettualmente esplicito, effettuato nel mio ruolo istituzionale di consigliere d’opposizione. Per quel che concerne, invece, la presunta incoerenza della mia posizione, vittima di una presunta contraddizione tra quanto confessato in privato e quanto detto in pubblico, io ritengo che il Vice-Sindaco non sa quel che dice, se è vero come è vero che con lui non ho mai parlato né di questo né di altro. D’altra parte, a testimoniare la mia coerenza ci sono tutti i comunicati apparsi sulla stampa e veicolati dal Web, tutti gli interventi svolti in consiglio comunale e ribaditi in pubblici comizi. In ogni caso se avessi qualcosa da eccepire, lo farei nell’ambito del coordinamento delle opposizioni, che, a dispetto suo e di chi lo aizza, va arricchendosi, giorno dopo giorno, di nuove e rilevanti adesioni, e dove vige un clima di autentica democrazia, di rispetto reciproco e di totale condivisione.
Quanto, infine, al futuro ruolo di Giannitelli tra le fila dell’attuale smagrito gruppo di maggioranza, sta a lui dimostrare un minimo di coerenza con quel che ha detto ai quattro venti, e cioè che non avrebbe fatto più il secondo a nessuno. Ma vedo che sta già inserendo la retromarcia, in ossequio al detto: “vorrei ma non posso”.
MARCO IADECOLA