In seno alla ridotta e agonizzante maggioranza che, ignorando la dignità della resa, si ostina a resistere nel recinto di un fortino sbrecciato, con le residue forze allo sbando, si stanno giocando diverse partite che meritano qualche nota di commento. La prima è quella che vede protagonista, si fa per dire!, il Sindaco Grincia, la cui lunga e dannosa permanenza alla guida della civica Amministrazione sta giungendo al suo inglorioso epilogo.
Grincia appare animato da un unico scopo: quello di estinguere la sua poco edificante storia politico-amministrativa al termine naturale del mandato, incapace com’è di sollevarsi nella considerazione del superiore interesse della collettività che esigerebbe una svolta radicale nella gestione della cosa pubblica, con nuove energie e con quelle competenze di cui purtroppo egli risulta del tutto sfornito.
A lui non interessa se la situazione finanziaria del Comune paralizza ogni autentico e vitale spirito di iniziativa, a lui poco importa che la città di Aquino sia condannata ad un immobilismo che fa divaricare giorno dopo giorno la distanza economica, sociale e culturale che la separa dai paesi limitrofi; né lo toccano le relazioni stroncatorie della Corte dei Conti sugli artifici e sulle inattendibilità dei bilanci; né, infine, si scuote di fronte alla significativa fuoriuscita di due ex suoi consiglieri di maggioranza o alla minaccia di altri di fare altrettanto, magari per giocare al rialzo le loro carte future.
Di fronte ad uno scenario indecoroso, tutto va bene
per madama la marchesa!
Ma gli altri consiglieri di maggioranza che fanno?
In questo progressivo assottigliamento di forze, c’è chi gode ritenendo aumentato il suo potere personale; c’è chi si stringe a coorte ed è pronto alla morte, confondendo la fedeltà al capo con la lealtà verso i cittadini.
E, poi, c’è chi comincia le grandi manovre per guadagnarsi, almeno nelle aspirazioni, il tanto vagheggiato posto al sole, raccogliendo le briciole dell’eredità grinciana.
Fatto è che ormai tutti, sia tra i consiglieri di maggioranza che tra i tanti sostenitori e protagonisti dell’opposizione, parlano di elezioni comunali, assumendo comportamenti e ipotizzando strategie in vista di un appuntamento che sembra prossimo e che è atteso dai più come una liberazione dalla plumbea cappa che ha reso progressivamente irrespirabile il clima della nostra città, negli anni infausti della gestione Grincia.
Ma, appunto, chi è l’erede di Grincia?
E’ Franco Mastronicola, che in questo periodo pare animato da un attivismo chiaramente finalizzato a rivendicare la leadership dell’attuale maggioranza, o Mario Giannitelli, il quale ha sbandierato ai quattro venti che, dopo tanti anni di vice-Grincia, non avrebbe fatto il secondo a nessuno?
O altri ancora, che al momento non rivestono alcuna carica pubblica, dopo aver fatto capolino nelle scorse settimane, sembrano giudiziosamente rientrati nel guscio?
Certo, con il dissesto che incombe alle porte e che ha come unici responsabili il Sindaco e i suoi paladini, c’è poco da rallegrarsi dell’eredità che lasciano.
Noi del raggruppamento dell’opposizione, sia ben chiaro, siamo contro ogni ipotesi di sopravvivenza frutto di espedienti fasulli o “trucchetti contabili” (che neppure questa volta permetteremo), che avrebbe conseguenze nefaste sull’intera cittadinanza, nella ferma convinzione che la crisi finanziaria è figlia del disastro politico-amministrativo che rimanda alla primaria responsabilità di Antonino Grincia.
Chi vuole raccogliere il suo testimone, farà bene, perciò, a dissociarsi assai per tempo dalla sua gestione, accelerando la fine di un’agonia che non ha più ragion d’essere e che dissuade dal protrarsi di un ingiustificato accanimento terapeutico.
Cons. Com.le Marco IADECOLA