“E nello stesso giorno ad Aquino, riferendosi sempre a San Tommaso, Paolo VI affermava…tutti siamo figli fedeli della Chiesa, possiamo e dobbiamo almeno in qualche misura essere suoi discepoli…”

 

Questa espressione ricordata da Benedetto XVI nell’ultima udienza generale di mercoledì 23 giugno faceva seguito all’altra pronunciata da Paolo VI a Fossanova, sempre il 14 dicembre 1974 nella celebrazione del VII centenario della morte dell’Aquinate “…anche a più di settecento anni dalla sua morte, noi abbiamo molto da imparare da san Tommaso, e lo ricordava anche il mio predecessore il papa Paolo VI, che in un discorso tenuto a Fossanova, si domandava….Maestro Tommaso, quale lezione ci puoi dare? E rispondeva così…la fiducia nella verità del pensiero religioso cattolico, quale da lui difeso, esposto, aperto alla capacità conoscitiva della mente umana…”.

Il ricordo dei discorsi tenuti da Paolo VI ad Aquino e Fossanova, è venuto nell’ambito di una catechesi incentrata sull’insegnamento di san Tommaso, nel corso delle ultime tre udienze generali del mese di giugno. Il lungo discorso su san Tommaso tenuto da Benedetto XVI, dopo aver esposto nei primi altri due episodi legati al dottor angelico, ha trattato soprattutto dell’opera più grande di san Tommaso, la “Summa Teologica” rilevando che “…essa è rimasta incompiuta, e tuttavia è un’opera monumentale: contiene 512 questioni e 2669 articoli. Si tratta di un ragionamento serrato in cui l’applicazione dell’intelligenza umana ai misteri della fede procede con chiarezza e profondità, intrecciando domande e risposte, nelle quali san Tommaso approfondisce l’insegnamento che viene dalla sacra scrittura e dai Padri della Chiesa, soprattutto in sant’Agostino…”.

Si ricorda che in quell’occasione, oltre all’espressione ricordata da Benedetto XVI, papa Paolo VI invitava ad essere in qualche misura discepoli di san Tommaso: “…E dove se non ad Aquino – esortava – lo studio della nostra religione anche nella forma elementare e popolare con cui la presentiamo, deve essere tenuto in onore e deve essere compiuto da tutti con particolare impegno? Se non siete voi fedeli all’insegnamento, alla verità di studio e comprensione della rilevazione di Dio, di cui il maestro Tommaso è stato testimone e diffusore, chi lo deve essere? Se non lo siete voi i primi discepoli di san Tommaso d’Aquino chi lo deve essere? Ad Aquino non ci si pensa, ed allora? Ecco la lezione che ancora viene a noi dal vostro Santo Maestro, Tommaso d’Aquino: procuriamo di essere studiosi, di dare una premura assidua ed amorosa alla dottrina cristiana che vi è insegnata dal vostro vescovo e dai vostri sacerdoti…”.

In relazione alla citazione che Benedetto XVI fa di quel momento, il sindaco di Aquino Antonino Grincia, allora non solo presente, ma che più volte lo ha descritto, ricorda con particolare emozione quelle parole e quell’incitamento del tutto inaspettato, rilevando che oggi a diversi anni di distanza si sta rispondendo a quell’appello non solo in riferimento alla fede “popolare ed elementare”, ma anche finalmente con uno specifico indirizzo verso il pensiero di san Tommaso.

“Oggi finalmente – rileva compiaciuto il sindaco – è nata un’associazione culturale di matrice cattolica e approvata con decreto emesso dalla diocesi, che vuol dare impulso a quelle parole di Paolo VI; opera da due anni, ha già dato vita a momenti importanti e nel proprio progetto culturale ha inserito la rinascita del “premio Tommaso d’Aquino” rivolto a personalità di spicco della cultura di ispirazione cristiana, e del conferimento di due “borse di studio” di 3000 euro ciascuna da assegnare a giovani; una per una tesi o una monografia che attualizzi il pensiero di san Tommaso, e una per un’opera d’arte ispirata all’Aquinate per promuovere la sua figura e il suo pensiero. Il tutto per indirizzare i giovani alla conoscenza e allo studio di questa nostra grande figura.

L’associazione, che prende il nome di “circolo Tommaso d’Aquino” di cui è responsabile un giovane impegnato nel mondo cattolico, Tommaso di Ruzza, si propone con queste iniziative un grande obiettivo; quello proprio di spingerli ad avvicinarsi a san Tommaso sulla scia di quelle precise parole di Paolo VI “…dove se non ad Aquino…?”.

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