Non nascondo di provare una certa sensazione di imbarazzo, mista a tenerezza e compassione, nel replicare all’ultima (?) esternazione, in libera uscita, di Antonino Grincia, che, ancora una volta, coerentemente con la sua natura rancorosa, si esibisce nella consueta veste di persona riottosa ad accettare le regole della democrazia e della legalità. Senza avere riguardo alcuno nei confronti dei ruoli e dei doveri istituzionali, egli dà luogo ad un intervento in linea con il pessimo stile che ha contraddistinto, negli anni, la sua incompetenza e la sua inefficienza amministrativa, guadagnandosi, per unanime consenso, la palma d’oro come amministratore ignavo, incapace e responsabile della involuzione economica, demografica, culturale e sociale della nostra amatissima Città. In riferimento alle questioni ultime della Procura della Corte dei Conti, a mio avviso, avrebbe fatto bene a tacere e a riflettere con attenzione, prima di avventurarsi in dissertazioni sconclusionate e infondate, che nulla hanno a che fare con la verità, tantomeno con il diritto; ma lui è abile maestro nell’arte, che nobile non è, di “spariare” (come era solito dire), ossia di stravolgere la realtà; e, nel maldestro tentativo di confondere le idee, tenta pateticamente di inficiare un atto giuridicamente e formalmente ineccepibile. Intanto va dovutamente sottolineato che questa Amministrazione, che mi onoro di guidare, tirata in ballo da Antonino Grincia, diversamente da quanto lui in malafede afferma, ha adempiuto solo ad un dovere, limitandosi, nel rigoroso rispetto della norma, ad ottemperare ad un disposto della Procura Regionale della Corte dei Conti per il Lazio in merito ad una circostanza amministrativa che non solo l’opposizione di allora, ma anche il Revisore del Conto (nominato da Grincia) segnalarono quale situazione anomala, irregolare e contra legem. La messa in mora, quindi, su disposizione del magistrato, è un atto dovuto e, peraltro, reca, con calcolo prudenziale, una cifra di gran lunga inferiore al reale gettito ipotizzabile. Fummo, allora, tacciati di essere mestatori, invece i fatti e gli atti dimostrano, oggi, che le cose non stavano come diceva e continua a dire il prof. Grincia, il quale, non avendo argomenti credibili e sensati, in maniera goffa, sproloquia fino ad arrivare ad esprimere opinioni al limite della diffamazione. E’ ovvio, al riguardo, che tuteleremo la nostra dignità e la nostra immagine in tutte le sedi e nei modi consentiti, con il vigore e l’energia di cui disponiamo, contro tutti coloro che gettano discredito nei confronti di chi svolge un ruolo pubblico con dignità, competenza e onestà. Lo sanno anche i bambini che non è nel nostro potere, non rientra nei nostri compiti, mettere sotto accusa chicchessia; noi obbediamo soltanto alla legge e tuteliamo con rettitudine, senza faziosità, il bene comune, la Città ed i cittadini di Aquino. In verità, noi comprendiamo lo sconforto che spesso assale, nella solitudine della sua volontaria clausura, l’animo di Grincia; ma, anziché esercitarsi costantemente in una patetica e compulsiva pratica autocelebrativa e nella contestuale ossessiva denigrazione di chi lo ha sostituito nel governo della Città, con lo straordinario suffragio elettorale a tutti noto, gli consigliamo di riflettere sugli innumerevoli errori commessi, nel suo incolore passato di amministratore, e sulle ragioni della sua impopolarità di ieri e di oggi. Grincia non deve mai dimenticare che ha collezionato decine e decine di accertamenti (primato unico ed impareggiabile) da parte della Sezione di Controllo della Corte dei Conti; i cui atti e provvedimenti, che sono stati azionati autonomamente dai magistrati contabili e non su esposto di chi allora legittimamente (e giustamente) si opponeva, noi abbiamo mostrato ai cittadini. Anche sulla questione degli esposti, poi, farebbe bene a tacere. Questa amministrazione, ed in particolare il Sindaco e qualche assessore, in due anni, ne hanno ricevuti e collezionati diverse decine. Sono noti a tutti i mandanti e gli esecutori materiali di simili bassezze che non hanno prodotto alcun risultato grazie alla correttezza, ai principi di onestà e rettitudine che guidano il nostro agire politico ed amministrativo. Ci piace concludere questa breve replica, che riporta alla cronaca una vecchia, sbiadita e non rimpianta figura, con un invito: si calmi, si riposi, si rassegni, e magari rifletta sui troppi, innumerevoli, errori del suo passato di amministratore. Libero Mazzaroppi ( Sindaco di Aquino )