La mostra si apre, il cerchio si chiude. Possiamo sintetizzare così l’ultima domenica di giugno. E’ un nuovo inizio, nel segno della lettera A. Come arte, come Aquino, come Almagno. San Tommaso (D’Aquino), dopo tanti anni, fa ritorno a casa sua. Scortato da un suo concittadino doc, il maestro Roberto Almagno. L’artista aquinate torna, così, nei luoghi della magia e dell’incanto, proprio a pochi passi da quel laboratorio di famiglia dove, precoce e feroce, sbocciò l’amore per l’arte. Una passione folle, che non ha mai tradito, ma che negli anni ha coltivato con cura e meticolosità, quasi fosse una pianta. Di cui, oggi, raccoglie i frutti migliori.

Dietro quel busto in pietra dedicato al Dottore Angelico, il pezzo forte della mostra per la prima volta ospitata dalla casa di San Tommaso – che sarà aperta fino al 29 settembre – c’è una bella storia. Fatta di sacrifici e passione. Era il 1977, Almagno era un giovane che, trasferitosi a Roma, inseguiva un sogno: realizzare, tra le tante cose, un’opera che rendesse omaggio a San Tommaso D’Aquino.

E così, armato di pazienza e pervaso dall’amore smisurato per l’arte, si mise a bordo del furgone di papà Giovanni per raggiungere, dalla sua Aquino, le campagne tra Pico e Lenola dove avrebbe reperito la pietra idonea per il capolavoro che aveva in mente. Oggi quel busto si erge sontuoso all’ingresso della sua prima mostra aquinate. Un’opera di una bellezza quasi stordente che ha inevitabilmente rapito lo sguardo dei tanti visitatori e curiosi che, a dispetto del caldo, sono giunti numerosi a godersi le quattro opere del Maestro. Almagno, visibilmente emozionato e quasi frastornato da tanto affetto, ha salutato vecchi amici, ha stretto mani, ha regalato sorrisi e dispensato abbracci.

“Un’emozione indescrivibile, ha detto l’artista, ringrazio chi mi ha dato l’opportunità di allestire questa mostra e la mia famiglia. Tornare nei luoghi della mia infanzia, dove ho mosso i primi passi da artista, mi rende orgoglioso e felice”.

A fare gli onori di casa, prima del fatidico taglio del nastro, sono stati Fausto Tomassi e Giuseppe Evangelista, sindaco e vice sindaco della cittadina di San Tommaso e Giovenale. Presente anche Elisabetta Scungio, alla guida della Direzione Regionale Musei Nazionali del Lazio.

“Siamo orgogliosi come amministrazione pubblica, ha detto la dottoressa, la mostra del maestro Roberto Almagno rappresenta anche un veicolo di promozione di tutto il nostro territorio”