Quando Arpino chiama, Aquino risponde. La storia insegna, e la cronaca conferma. Il legame tra le due cittadine con il passare degli anni si è cementato sempre di più. Un rapporto vero, genuino, fatto di reciproco rispetto e collaborazione. Valori importanti che hanno scandito il pranzo andato di scena sabato 4 novembre presso l’agriturismo “La Pietra”, nella storica e suggestiva zona della Civitavecchia, nella parte alta della città di Cicerone. L’occasione era particolare: si ricordava un grande aquinate che il destino beffardo  ha strappato via troppo presto.

Parliamo di Libero La Lingua, per tutti “Mbuccione”, che la contrada arpinate dell’Arco ha conosciuto bene. Specialmente in quel decennio magico (1983-1993) del Gonfalone, quando “Mbuccione” fu grande protagonista, con i colori biancoverdi della storica contrada arpinate, nella disciplina per antonomasia del Gonfalone, il tiro alla fune, che ancora oggi entusiasma e appassiona i tantissimi spettatori di un evento straordinario, che ogni anno, dopo  Ferragosto, ripete la propria magia. Se l’Arco oggi vanta il maggior numero di vittorie, parte del merito è ascrivibile al grande atleta di Aquino che, in quelle domeniche infuocate di agosto, trascinava puntualmente i propri compagni alla vittoria.

La giornata di sabato è iniziata presto, poco dopo mezzogiorno, con un aperitivo in piazza Municipio, a pochi passi dal teatro dei giochi. Poi il gruppo ha raggiunto la bella struttura ricettiva per il pranzo. Condito da ottime pietanze (cucina rigorosamente locale), ma anche dalle risate legate ai tanti aneddoti relativi a “Mbuccione” che, a distanza di 15 anni dalla sua prematura scomparsa, è rimasto nei cuori di tutti. E così Massimo, Vittorio e Marco, tre dei rappresentanti storici della contrada, hanno tracciato – tra una portata e un’altra – un emozionante ricordo di Libero, sottolineandone il suo carattere solare, con quel suo sorriso sempre stampato sul volto. Un gigante buono, insomma, che a dispetto della sua considerevole mole fisica, non avrebbe fatto male a nessuno.

Il lungo pranzo si è concluso con un simpatico omaggio dei contradaioli a Costanzo, nipote di “Mbuccione”, giunto da Parigi (dove da anni si è stabilito) per non mancare all’importante appuntamento. Il giovane aquinate ha ricevuto la tuta ufficiale di allenamento della contrada e un album di foto inedite che ritraggono lo zio durante le epiche gare. “Lui sarebbe orgoglioso di tutto questo”, il commento di un emozionato Costanzo. Perchè certe persone si trasformano in emozioni e diventano bandiere. Per sempre.