Il primo round della Maturità 2023 è andato. Commentiamo rapidamente le tracce della prima, famigerata, prova.


Il comparto letterario. Il fatto che l’analisi del testo poetico sia, da sempre, la traccia meno gettonata della prima prova è, probabilmente, un falso problema. Dribblare Quasimodo alla Maturità non vuol dire disprezzare la poesia; significa, più semplicemente, che si vuol minimizzare la possibilità di errore (non siamo mica ChatGPT). Moravia, poi, ripropone la vexatissima quaestio dello svolgimento dei programmi. Chi arriva, infatti, a far studiare Gli indifferenti in quinto superiore? E perché la risposta è: (quasi) nessuno?

Apocalittica social. Chissà che profilo Facebook avrebbe avuto Mariagrazia, ovvero la poco dignitosa madre che, pur di non perdere il suo mondo di belle apparenze borghesi, pensa, nel romanzo di Moravia, di sedurre Leo Merumeci. La questione può sembrare bislacca ma, tutto sommato, non lo è. Dal punto di vista di Mariagrazia, infatti, apparire – avere amicizie influenti, denaro per comprarle, rispettabilità ecc. – è il solo modo per essere. Un po’ come sui social.

L’antileopardismo di Piero Angela. Nello Zibaldone, Leopardi sostiene che la modernità è il tempo della progressiva evaporazione del corpo. L’uomo antico, infatti, riteneva che corporeità e psiche fossero parti di un insieme inscindibile; l’uomo moderno, invece, fa talmente tanta fatica a scorgere la loro unione da dover addirittura scomodare, con Cartesio, la ghiandola pineale come punto d’incontro tra ciò che ha estensione e ciò che ne è privo. La cosa, ovviamente, era, secondo il genio recanatese, un problema. Il Piero Angela proposto dal ministero per la Maturità 2023, invece, sostiene – in linea, del resto, con le tendenze del tardo capitalismo – che lo sviluppo e il benessere del futuro saranno legati all’immaterialità dell’intelligenza e della creatività. Se il corpo serve solo a dare un supporto all’intelligenza, però, perché non disfarsene appena possibile? Questa domanda, apparentemente provocatoria, è il centro della leopardiana Proposta di premi fatta dall’Accademia dei Sillografi (dove si ipotizza di costruire un uomo meccanico privo dei limiti che caratterizzano la nostra condizione) ma è, in fondo, anche a monte delle sperimentazioni sull’Intelligenza Artificiale. Ovvero: di un’intelligenza “infoderata” in un corpo che non è il nostro.

Il senso di Oriana Fallaci per la storia. Nell’ormai lontano 1976, Oriana Fallaci dichiarò di voler votare per i Radicali. Gente lontana mille miglia dalla Meloni. Eppure, l’altro giorno, quando tra le tracce della prima prova è apparsa l’Intervista con la Storia, tutti abbiamo pensato – probabilmente con ragione – che ci fosse lo zampino del nostro underdog di governo. È la legge del ribaltamento, avrebbe detto McLuhan: si nasce incendiari e si muore pompieri. Resta, comunque, il fatto che le parole della Fallaci facessero pensare all’Ucraina, alla Russia, a Zelensky, a Putin. A Biden. E a noi, che, proprio come l’uomo comune descritto dal testo proposto agli studenti, assistiamo impotenti a una storia che, pur riguardandoci, non ci interpella.

Andamento lento. Correre verso il futuro significa pensare che, nei suoi meandri, ci sia qualcosa di meglio di quel che si ha già. Se non si ha questa convinzione o, addirittura, se si ha la convinzione opposta, è ovvio rallentare o, addirittura, voler tornare indietro. Non è, dunque, difficile capire il successo dell’elogio della lentezza di Marco Belpoliti, che a conti fatti è stato la traccia più gettonata dagli studenti. Perché, certo, il saggio breve è stato sempre il miglior lasciapassare per sfangarla; però è anche vero che tutti, chi più chi meno, vorremmo fermare la corsa del presente e tornare indietro. Forse perché la guerra ci fa paura. Forse perché non ci fidiamo di Elon Musk.

Per concludere. La prima prova della Maturità 2023 è attraversata dalla sensazione che la storia abbia preso a correre e che noi, in definitiva, non possiamo farci molto. Così, giusto per gradire, si è deciso di inserire anche una traccia su Patrizio Bianchi. Se non si ha voce in capitolo sulla storia, almeno la si butti in cronaca.

Tommaso Di Brango