Nella seduta dello scorso 29 marzo il Consiglio Comunale di Aquino è stato convocato per deliberare su un ricco e delicato ordine del giorno, che includeva, tra gli altri argomenti, la determinazione delle tariffe per l’anno 2019 di TARI, TASI, IMU ed IRPEF.
Considerata l’importanza delle ultime deliberazioni e la necessità di veicolare una corretta interpretazione delle stesse, il Consigliere Andrea Capraro ribadisce quanto sostenuto durante l’assise, a seguito di un’analisi da lui condotta sulle aliquote IRPEF della Provincia di Frosinone.
Comparando le aliquote IRPEF dei 91 Comuni della nostra Provincia, nell’arco temporale 2010-2018, si evidenzia che circa 17 paesi hanno avuto ed hanno tuttora un’aliquota IRPEF pari allo 0,8% dal 2010; ulteriori 17 paesi hanno avuto e mantengono un’aliquota IRPEF pari a 0,8% dall’anno 2012/2013, quindi fino allo scorso 2018è stata raggiunta una percentuale quasi pari al 40% (39,560%) dei Pesi della Provincia di Frosinone che hanno un’aliquota IRPEF pari allo 0,8%, ma il dato eclatante è che il 37% è stato raggiunto già dal 2012 e cioè 7 anni fa, senza alcuna riduzione negli anni a seguire.
Verosimilmente nel giro dei prossimi 3, 4 anni si prevede che la percentuale dei paesi che usufruiranno di questa soglia percentuale si raddoppierà fino a raggiungere quasi l’80% degli aderenti.
Come si può notare, quelle comunità che hanno mantenuto una soglia minima o apportato incrementi ridotti sono piccoli Comuni, con un regime demografico anche al di sotto dei 1000 abitanti o quei paesi che fanno capo a dei veri e propri poli industriali, nei quali eventuali costi di competenza possono essere regolamentati dall’IMU erogata da una sola industria.
Facendo riferimento, in particolar modo, ad Aquino, occorre precisare che l’incremento dell’aliquota ha avuto inizio nel lontano 2011, allorché si è passati dallo 0,2 allo 0,5% con una crescita pari allo 0,3%, dato estremamente significativo e critico, considerata la situazione di quegli anni, soprattutto dal punto di vista economico.
Dopo circa 3 anni si è passati dallo 0,5% allo 0,7%, soglia percentuale rispettata fino ad oggi, quindi per ben 4 anni.
Quello che abbiamo approvato è un incremento pari allo 0,1%, una percentuale minima, o meglio, ridotta che non creerà alcun disagio economico, considerato il margine di crescita equilibrato che la stessa ha avuto in questi 6 anni, durante i quali l’incremento si è avuto con cadenza “quadriennale.”
Sotto il profilo “pragmatico”, prendendo in considerazione uno stipendio lordo pari a € 19.500,00 l’anno (€ 1.500,00 lordi al mese), l’incremento sarà pari al costo di due caffè in più al mese(€ 1,66), senza arrecare alcun danno “economico” ai nostri cittadini.
Conclude Capraro: ritengo più che giusto far fronte a questo lieve incremento, ma non per far ricadere sui nostri concittadini un peso in più, bensì perché, ad oggi, è l’unico strumento ad hoc, in attesa che termini l’iter procedurale per l’esternalizzazione del servizio della riscossione dei tributi.
Pertanto – evoluzione probabile, ma allo stesso tempo imprevedibile – nel momento in cui la procedura di riscossione avrà raggiunto una percentuale pari all’85 – 90%, negli anni a seguire si potrà valutare l’opzione di tornare alla percentuale antecedente, come la nostra Amministrazione si augura.