In tutte le famiglie, com’è purtroppo noto, esistono momenti di contrasto, di disaccordo, di diversità di vedute.
Tali contrasti sono molto spesso fonte di sofferenza per gli opposti; i percorsi comuni, anche di anni, vengono messi a dura prova; i legami affettivi scossi e l’identità familiare minata alle fondamenta: un dramma pirandelliano, insomma, che nei casi più cruenti assume addirittura veste shakespeariana.
Di fronte al contrasto interno, però, ecco l’apparire delle “menti saprofaghe”; gli spazzini ed i necrofagi lì pronti a “cibarsi” del contrasto, del dissidio familiare, soprattutto se ciò rappresenta per loro utile tornaconto.
Parte, allora, la controffensiva informativa di costoro tesa all’esaltazione, all’incensazione ed all’adulazione della parte familiare da utilizzare come clava verso la fazione opposta.
Un metodo, uno stile (privo di eleganza) che, purtroppo, si sta ripetendo in questi giorni pur se con interlocutori diversi.
Uno stimato professionista decide di dedicare la propria esperienza per salvare le sorti decadenti di questa Città; le “menti saprofaghe”, invece, insinuandosi nelle pieghe familiari, tentano di spaccare e sporcare il candore della stabilità degli affetti, benché contrastanti.
L’arte del dividi et impera, dello spacca e godi, dell’infanga e regna.
A voi adulati, a voi che poterebbe sfuggire il disegno e le trame strategiche delle “menti spazzine”, dico che la prossima “liberazione” sarà proprio quella dagli adulatori e dai rapaci, dai saprofagi e dagli avvoltoi perché, per dirla con Giovanni XXIII, questa Città ha bisogno di finestre aperte e di aria nuova dove necessiti respirare la lealtà e l’efficienza, la vicinanza e la solidarietà e, perché no, dove ammesso sarà anche il dissenso e salvaguardata sarà la serenità dell’unità familiare, anche nei momenti dei contrasti e all’interno della quale nessuno può permettersi di entrare.
Aquino, 25 aprile 2016
Festa Nazionale di Liberazione
Emanuele Tomassi