E’ inverosimile, che per paragonare la mia “pessima” Amministrazione, con la “superlativa” attuale, si richiami da parte del suo Capo, quello che posso senza dubbio definire, il fiore all’occhiello della mia gestione, e cioè la realizzazione del “museo della Città”.
Ricordo a tutti, in primis all’attuale capo che comunque lo sa bene, che il museo di Aquino, è stato ideato, voluto, realizzato, dall’Amministrazione Grincia, e inaugurato nel dicembre del 2000.
Ricordo a tutti, e sopratutto, che il museo di Aquino è stato “riempito” con centinaia di reperti, archeologici in primo luogo, dell’antica città romana e di quella medievale, che non erano mai stati in possesso del Comune di Aquino, dato che il Comune, nel corso dei decenni precedenti,non ne aveva mai avuto di sua proprietà… nemmeno uno.
Oggi sono tutti patrimonio comunale, compresi alcuni molto importanti offerti dallo stesso sindaco Grincia a suo tempo.
Ricordo ancora che il museo di Aquino è stato realizzato praticamente quasi a costo zero per la collettività aquinate(come tante altre realizzazioni), in quanto la mia Amministrazione riuscì ad ottenere tramite la Regione, l’apposito finanziamento europeo con cui si preparò anche tutto l’allestimento interno ed esterno: uno dei rari casi in cui si è riusciti per una grande opera, a completarla e ad inaugurarla pure, tutto nel giro di appena un paio d’anni; e, ripeto, fu portata a termine anche l’operazione più problematica, cioè il reperimento di materiali che illustrassero la lunga storia del territorio aquinate.
Oggi, si viene a richiamare il fatto che il museo, per “l’eccellente lavoro” dei due che attualmente lo dirigono, ha “finalmente” riavuto il
“marchio di qualità”. Il Museo di Aquino, lo voglio ricordare a tutti, ha sempre ottenuto il “marchio di qualità” della Regione Lazio da che tale riconoscimento è stato istituito e fino al 2010; ovviamente in riconoscimento dell’attività scientifica e divulgativa, oltre che per come era mantenuto.
Dopo il 2010, è stato lo stesso Comune a non farne più richiesta(dato che,ovviamente per ottenerlo,si deve fare richiesta); primo perchè da varie fonti veniva comunicato che la legge 42 quasi certamente per quel periodo non sarebbe stata più finanziata, e per tale motivo diventava
oneroso per il Comune inserire in uscita in bilancio una somma pari al 30 per cento del contributo richiesto e quindi si evitò di inviare
domanda alla Regione.
Il secondo e più importante motivo era che una delle condizioni necessarie per il riconoscimento(consistente in pratica in una “elargizione” di 4-5 mila euro a favore del museo)era quella di avere in pianta stabile un’altra persona all’interno del museo,ma il Comune avrebbe dovuto spendere in questo modo una somma ben maggiore per dotarsi di un secondo operatore, cosa che non poteva permettersi se non aumentando le tasse. Allora la conduzione del museo costava al Comune circa 2000 mila euro, oggi ne costa circa 8000, e questo l’attuale amministrazione se lo è potuto permettere visto il livello di aumento delle tasse a carico dei cittadini di Aquino che è stato deciso in appena due anni.
In quanto all’ “eccellente” conduzione attuale, che probabilmente vuole stare a significare che la precedente era scadente, tutti, e in primis tantissimi ricercatori locali e non, sanno come è stato mantenuto il museo per tredici anni, da chi peraltro, ha materialmente provveduto a reperire buona parte dei reperti…alcuni molto preziosi…che ancora oggi i visitatori possono ammirare e che, ripeto, sono divenuti patrimonio degli Aquinati. Lo stesso personaggio che oggi si vede misconosciute queste benemerenze nei confronti della città di Aquino, e che corrisponde al nome del prof Angelo Nicosia, studioso e ricercatore ben noto a tutti, e non solo agli “specialisti”.
P.S. In proposito mi preme ricordare che mai nei primi tredici anni del museo,lo stesso è stato tenuto chiuso le domeniche di agosto addirittura con un’ordinanza sindacale come è avvenuto lo scorso mese, e questo nonostante oggi ci siano stabilmente due operatori.
Antonino Grincia… già Sindaco di Aquino
