Continua il nostro piccolo speciale sul Palio della Contea di Aquino. Oggi ci soffermiamo su San Pietro Vetere, uno dei rioni più incantevoli della città, simbolo per antonomasia di storia e cultura. La contrada deve il proprio nome alla prima chiesa aquinate, oggi situata sul territorio di Castrocielo, dedicata a San Pietro, tempio pagano sacro a Cecere Elvina. L’aggettivo Vetere testimonia l’antichità dell’edificio religioso. La contrada si caratterizza per la celebre via Latina, strada antica e crocevia importante – in epoca romana – di traffici commerciali. Essa partiva da Roma (zona San Giovanni), passando per Capua e proseguendo fino a Brindisi. Citata ed elogiata da Plutarco e dallo stesso Giovenale per la sua posizione strategica, oggi costituisce forse il biglietto da visita più bello della cittadina di San Tommaso. Attualmente il tratto di strada visibile è quello che si snoda dal Museo fino alla porta di San Lorenzo, vetusto e sontuoso ingresso della città. Cuore dell’antica Aquinum, San Pietro Vetere ospita anche una delle più antiche e importanti industrie del territorio. Ci riferiamo alla nota cartiera Cerrone (già Pelagalli) nata nel 1800 e confinante con il suggestivo Arco di Marcantonio, un tempo adibito a chiusa d’acqua della fabbrica stessa.
Fulgido esempio di architettura augustea, la leggenda vuole che l’opera sarebbe stata eretta nottetempo dagli aquinati in onore di Marc’Antonio. Circostanza, questa, che avrebbe spinto il sommo Cicerone a pronunciare il famoso “stulte aquinates” (aquinati stolti). Ma le suggestioni del rione non finiscono qui. La contrada infatti annovera anche via San Costanzo, la strada che dalla medioevale e imponente Torre del castello dei Conti di Aquino conduce fino all’ingresso dell’odierno vallone. Un rione che profuma di storia, dunque, e che attraversa “Colleficaddosso” fino a terminare ai “Saudoni”.
Curiosi i due toponimi. Il primo, detto anche “colle Spezia” (da una famiglia aquinate estintasi, come ci dice il maestro Sergio Macioce) era un tempo ricco di piante di fico e suoi ai piedi, nei pressi di una piccola fonte, esiste ancora una lapide che ricorda il luogo dove morì d’infarto l’ultimo Spezia. Il secondo, Saudoni, è di derivazione latina (saltus) e anticamente indicava un terreno incolto e adibito a uso pascolativo. Nei pressi sorgeva la celebre “Acqua Sulfa” (sulfurea), antica sorgente inariditasi a seguito di una bonifica condannata dagli aquinati.
La squadra verdeazzurra è capitanata da Mariateresa Lattavo, che ha raccolto il testimone di Celeste Di Ruzza. La più giovane dei capicontrada (classe ’91) è animata da un grande entusiasmo e non fa mistero delle velleità di vittoria della propria squadra:
“ Siamo un grandissimo gruppo, esordisce la giovane aquinate, una famiglia unita fatta di valori importanti come amicizia, spirito di abnegazione e rispetto. Partiamo da queste basi per disputare un Palio di livello, pronti a riscattare il sesto posto dello scorso anno. La nostra squadra nel frattempo è cresciuta anche numericamente e, nonostante la contrada non annoveri molti abitanti, tanti si sono avvicinati ai nostri colori. Il Palio, prosegue, costituisce un bellissimo momento di aggregazione, è un’ idea bellissima che spero inauguri una lunga e fortunata tradizione. Grazie a questo evento ho potuto conoscere tante persone, sono convinta che saranno tre serate ricche di pathos ed entusiasmo. Ci siamo allenati, conclude, con grande dedizione correggendo quei difetti emersi nello scorso anno. Vogliamo vincere ed entrare di diritto nella storia della manifestazione”.
La chiosa finale è affidata a uno dei veterani del gruppo, Marco Cincirrè: “Vogliamo dimostrare a tutti che San Pietro Vetere è una squadre forte e competitiva, siamo pronti a sovvertire il pronostico al pari della nostra contrada confinante Valli. Sono sicuro che saremo protagonisti di questa seconda edizione, ho i visto i miei contradaioli concentrati, faremo cose egregie”.
Libero Marino