poLa  contrada Piazza si è aggiudicata il Palio dei bambini bissando il successo dello scorso anno. La giornata inaugurale dell’edizione 2015 ha sorriso ancora ai piccoli contradaioli gialloverdi (nella foto), capaci di fare bottino pieno nelle cinque discipline del mini Palio. Un prologo piacevole che, complice il bel sole dell’ultima domenica di agosto, ha entusiasmato i tanti spettatori che già dalle 17 hanno affollato il centro cittadino. I bimbi delle otto contrade si sono misurati col piglio dei veterani strappando gli applausi di Piazza San Tommaso. Una bella cartolina in vista della ormai imminente seconda edizione. Bello davvero il colpo d’occhio della Piazza che ha superato a pieni voti il primo esame in vista della tre giorni di festa in programma il prossimo fine settimana. La prima giornata ufficiale dei giochi non ha fatto registrare grossi problemi sotto il profilo dell’ordine pubblico, la macchina organizzativa ha funzionato alla perfezione.


Archiviato il Palio dei ragazzi, il popolo aquinate è ormai proiettato verso l’edizione 2015. Pochissimi giorni e sarà ancora Palio della Contea di Aquino. Giorni febbrili durante i quali prosegue il nostro viaggio attraverso i rioni che scriveranno la storia della manifestazione. Dopo Canapine, è la volta della Piazza. La squadra guidata dalla neo capocontrada Anna Traglia vuole riscattare il settimo posto (38 punti totali) del 2014: troppo poco per il rione più centrale della città che, galvanizzato dai successi del calcetto e dei bambini, si avvicina con rinnovato slancio al grande evento. A farsi interprete del pensiero della contrada è proprio la giovane aquinate, che ci ha concesso gentilmente una breve intervista. Sensazioni e impressioni racchiuse in poche domande cui Anna ha risposto con la schiettezza che la contraddistingue.

 

Poche ore e tornerà il Palio, come stai vivendo questi giorni della vigilia?

“ L’adrenalina sale sempre di più. Già domenica pomeriggio ho provato brividi forti durante il Palio dei nostri bimbi. Una sensazione bellissima, un piccolo ma significativo assaggio del Palio vero e proprio, un evento unico capace di contagiare rapidamente un’intera città. In questi giorni sono rimasta colpita dallo spirito di collaborazione degli altri capicontrada, segno che il paese vuole superare gli steccati del passato, mettere da parte le sterili polemiche e avviarsi verso un futuro di buone prospettive”.

L’impegno profuso lo scorso anno ti ha fatto guadagnare i gradi di capocontrada: è cambiato il tuo approccio verso il Palio?

“ Indubbiamente sì. Il nuovo ruolo, oltre a rendermi orgogliosa, mi ha anche investito di una responsabilità molto importante. Spero di essere all’altezza dell’incarico affidatomi, ho accettato l’investitura consapevole della delicatezza del compito. Il capocontrada rappresenta il suo quartiere a 360 gradi, deve occuparsi degli aspetti tecnico – organizzativi della festa, è un piccolo sacrificio cui, però, non mi sono sottratta. Durante l’estate ho cercato di conciliare gli impegni di lavoro con quelli del Palio, la stanchezza in questi ultimi giorni sta inevitabilmente affiorando ma ho la fortuna di avere il valido sostegno di ragazzi come Angelo, Valeriano e Nico che ringrazio di cuore”.

La Piazza è chiamata a riscattare il settimo posto dello scorso anno: qual è il vostro obiettivo?

“La prima edizione per noi contradaioli gialloverdi è stata molto particolare. Non dimentichiamo che siamo partiti con la penalizzazione nella gara della corsa con i sacchi, un handicap che ha finito col condizionare il prosieguo dei giochi. Il settimo posto è stato il frutto di tante congiunture sfavorevoli, ma vogliamo ripartire con entusiasmo per dimostrare a tutti il nostro valore. Ci siamo allenati con grande concentrazione con l’obiettivo di migliorare specie in quelle discipline dove denunciammo qualche impaccio di troppo. L’importante è tenere sempre presente la finalità che sottende questa bellissima manifestazione: il Palio deve unire e non dividere, i giochi sono solo un piacevolissimo pretesto per condividere tutti insieme tre meravigliose giornate di festa, poi, comunque vada, accetteremo serenamente il verdetto finale…”

Intanto i bambini, dopo il calcetto vinto dai grandi, hanno portato a casa l’ennesima vittoria: non c’è due senza tre…

“ Spero che i due successi siano di buon auspicio per la nostra formazione. I ragazzi del calcetto hanno disputato un torneo di livello, mentre i nostri bambini sono stati ancora una volta encomiabili realizzando una storica doppietta. E’ un fatto molto importante, stiamo gettando le basi per un roseo futuro, siamo davvero orgogliosi dei nostri ragazzi che hanno ormai assimilato la cultura del Palio. Lealtà, rispetto e sano agonismo vengono prima di qualsiasi risultato. I nostri bimbi (e mi riferisco a tutte le contrade) stanno dimostrando, a dispetto della loro età, una maturità davvero sorprendente. Da loro c’è molto da imparare, la strada intrapresa è quella giusta, avanti così”.

Che cosa significa per te il Palio?

“ Sarebbe riduttivo definirla una festa di fine estate. Il Palio è un qualcosa che va oltre, ha una forza intrinseca straordinaria capace di farti tornare bambino in un attimo. Ma è un evento troppo bello per relegarlo alla sola bella stagione. Come capocontrada, sottoporrò al Comitato organizzatore altre iniziative per far sì che si parli di Palio sempre, e non solo durante i giochi popolari. Sarebbe bello, per esempio, ritrovarsi qualche mese dopo con tutte le altre contrade, quando i fari sull’evento saranno spenti. Un modo semplice e originale per tenere sempre desto l’interesse intorno a questo grande fenomeno”.

 

Prima di congedarti, vuoi sbilanciarti in qualche pronostico?

“ E’ sempre difficile azzardare previsioni, la vittoria di Canapine ha dimostrato che il Palio si regge su un equilibrio molto sottile. Dal canto nostro, come già detto, faremo di tutto per migliorare il risultato dello scorso anno, siamo pronti e determinati, consci delle nostre possibilità. Non voglio essere retorica, ma la vera, grande vittoria è vedere finalmente un popolo unito, innamorato del proprio paese, che rema in una sola direzione. Questo, a mio giudizio, vuol dire essere cittadini di una comunità”.

Libero Marino