Un aquinate doc nell’olimpo del calcio italiano. E’ Tommaso Miele il commissario straordinario della Lega Pro. La prestigiosa nomina è giunta a Roma, in via Allegri (sede della Federcalcio), nell’afoso pomeriggio di martedì 7 luglio. La notizia dell’investitura del magistrato di Aquino (nella foto) ha fatto rapidamente il giro delle varie agenzie di informazione fino ad approdare sul web dove è stata accolta con sorpresa e ammirazione da tanti aquinati.
Miele, classe 1956, giurista autorevole, è anche presidente dell’associazione nazionale magistrati della Corte dei Conti. Nella sua ormai trentennale esperienza ha ricoperto altri incarichi di lignaggio: il nuovo volto del calcio italiano vanta diverse pubblicazioni e collabora anche con il quotidiano il Sole 24 ore. Una carriera luminosa, straordinaria, costellata di successi e riconoscimenti. Un uomo delle istituzioni rigoroso e ligio al dovere chiamato ora – alla soglia dei sessant’anni – all’ennesima sfida, impegnativa e affascinante insieme: restituire credibilità e trasparenza al calcio nostrano. Un giocattolo mal funzionante, lacerato da continui scandali e problemi finanziari con i quali l’aquinate sarà subito alle prese.
Per Miele la prima settimana di questo caldissimo luglio è stata a dir poco concitata: il giurista ha fatto la spola tra Roma e Firenze per concedersi poche ore nella sua abitazione di Aquino, dove gentilmente mi ha accolto derogando brevemente alla sua fittissima agenda di impegni. Firenze è nel suo destino: il capoluogo toscano, dove si laureò in giurisprudenza oltre trent’anni fa, torna così a fare capolino sul suo invidiabile percorso. La sede della Lega Pro si trova proprio nella città di Dante dove ora lo attende un duro lavoro almeno fino al 31 ottobre, il giorno (probabile) delle nuove elezioni che sanciranno il successore di Macalli. Un periodo breve ma intenso nel quale Miele metterà a disposizione il suo notevole bagaglio di esperienza al servizio del calcio italiano.
Complimenti per il prestigioso incarico: si aspettava di essere eletto all’unanimità?
“Grazie molte. Mi aspettavo la nomina, ma non in modo così plebiscitario, è stata una sorpresa anche per me. Sapevo che il mio nome circolava negli ambienti calcistici, sono stato seguito tanto nel corso degli ultimi tempi e la mia candidatura a commissario era stata ventilata da più parti. Alla fine penso che abbia inciso molto la mia lunga e solida esperienza in magistratura”.
Che sensazione si prova a lavorare a braccetto con chi detiene le leve del potere calcistico?
“In questi primi giorni di lavoro ho avuto modo di conoscere subito i vari Tavecchio, Abodi, Beretta e Uva, persone affabili, misurate e competenti, con le quali ho stabilito subito un rapporto sereno e confidenziale. Il primo approccio con il mondo del calcio è stato positivo, ho accettato questa sfida con curiosità e tanto entusiasmo, consapevole dei rischi che comporta, ma nella vita ci vuole coraggio e grandissimo senso del dovere se non si vuole essere mediocri”.
Le piace il calcio di oggi?
“Non sono mai stato un grande appassionato, ma l’ho sempre seguito. Da giovane mi sono cimentato anche in Prima Categoria con la maglia dell’Aquino allora allenato dal grande Edmondo Fantaccione, dove mi disimpegnavo discretamente nel ruolo di libero (sorride, ndr). Poi, raggiunta la maturità, ho fatto scelte diverse e ora eccomi qui, chiamato a risollevare le sorti dello sport più bello e popolare: una responsabilità importantissima, un impegno oneroso che assumerò con grande professionalità anche in virtù del mio corposo curriculum”.
Quindi si definisce sportivo e non tifoso…
“Da giovane nutrivo un piccolo debole per la Fiorentina, la squadra della città cui sono legatissimo per diverse ragioni. Firenze mi rievoca ricordi bellissimi, lì mi laureai in Legge per poi diventare funzionario della Polizia di Stato. Erano i primi anni Ottanta, quando la Fiorentina di Antognoni e Graziani (che ho conosciuto) contese fino all’ultima giornata lo scudetto alla Juventus, poi laureatasi campione a Catanzaro grazie al famoso rigore di Brady. Mi piaceva anche il Torino. L’ esperienza in Polizia è stata importante, senza dubbio un’ ottima palestra prima dell’approdo in magistratura”.
Una nomina importantissima che impreziosisce la sua sontuosa carriera: dove vuole ancora arrivare Tommaso Miele?
“Non pongo limiti alla provvidenza. L’incarico affidatomi è temporaneo ma non escludo di rimanere ancora per tanto tempo nel calcio. Un mondo cui ero quasi estraneo fino a qualche settimana fa, ma che giorno dopo giorno mi appassiona e intriga. Il compito che mi attende è delicatissimo, la Lega Pro rappresenta una bella gatta da pelare: mi sento, per ricorrere a una metafora, come uno che non sa nuotare buttato in mezzo all’oceano, ma spero di farcela”.
Una sfida affascinante la attende: qual è la ricetta per guarire i mali del nostro calcio?
“Trasparenza, rigore, fermezza. Queste saranno le linee guida che ispireranno l’operato mio e dei miei collaboratori. Delle tre leghe quella Pro, che annovera 60 società, è la più complessa, tra iscrizioni, fideiussioni e bilanci non sempre cristallini. La terza serie va rivitalizzata, il commissariamento è giunto dopo la bocciatura di ben due bilanci consecutivi e questa cosa è gravissima. Ci sono problemi seri di carattere amministrativo e gestionale che vanno assolutamente risolti prima delle nuove elezioni. Dopo aver lasciato un segno importante nella nostra giurisprudenza, voglio dare il mio tangibile contributo anche in questo ambito, nonostante il poco tempo a disposizione”.
Che ne pensa del calcio scommesse?
“Nel pieno rispetto dei ruoli, mi batterò per la certezza della pena. Bisogna vincere le resistenze dell’Associazione calciatori che opera spesso in modo indulgente e superficiale. Occorre agire con fermezza, senza invadere le competenze dei vari organi sportivi, delle cui decisioni prenderò comunque atto. Penso, ad esempio, al fenomeno delle scommesse clandestine, un tarlo che va assolutamente estirpato. La passione dei tifosi non si tradisce. Occorre fare pulizia, serve una bonifica generale in termini di inasprimento delle pene. In buona sostanza, chi sbaglia deve pagare. Lo farò presente già venerdì prossimo in via Allegri, nel consiglio federale della Figc che segnerà il mio esordio ufficiale in questa nuova veste…”
Traghetterà la Lega Pro fino al prossimo 31 ottobre, quali scenari prevede?
“La data non è ancora certa, c’è chi in questi giorni ha caldeggiato una possibile proroga fino al 31 dicembre. Ci muoveremo in base alle necessità contingenti, la situazione è da monitorare con molta attenzione, non voglio lasciare nulla di intentato fino al termine del mio mandato durante il quale, sia chiaro, farò radicale pulizia, poi si vedrà”.
La sua nomina è stata salutata con curiosità e affetto dai suoi concittadini…
“Decisamente sì, non mi aspettavo così tanto calore da parte del popolo aquinate che ringrazio di cuore. Rivendico con grande orgoglio le mie origini aquinati. Nelle ultime ore il mio profilo twitter è stato invaso da tanti messaggi di auguri, mi hanno anche cercato tante emittenti televisive nazionali e il mio nome è finito su un po’ tutti i giornali. Sono poco abituato a questo clamore, ma non nascondo che mi fa molto piacere, è un pungolo a fare ancora meglio il mio lavoro”.
Libero Marino