ferone pietro

Come avevamo preannunciato in questi giorni è arrivata la stangata per tutte le famiglie e i cittadini di Aquino. Applicata l’aliquota massima per la TASI (tributo sui servizi indivisibili) pari al 2,5 x mille. A nulla sono valsi i nostri appelli  per  ridurre il carico fiscale sulle famiglie applicando un aliquota molto più bassa . Non c’è stato proprio niente da fare!  Tasse al massimo e indennità di carica confermate al massimo di quanto previsto per legge. Voglio ricordare ai nostri amministratori che applicare un’aliquota al massimo significa chiedere ai cittadini un sacrificio visto il grande periodo di crisi che la nostra Provincia sta vivendo con perdite continue di posti di lavoro. Ridursi le proprie indennità  era un’opportunità per dare un esempio e una spinta morale al popolo di Aquino oltre che alleggerire le spese  del Comune. Inoltre se aggiungiamo anche la TARSU pagata in eccedenza , che Mazzaroppi e Risi sostenevano di essere stata illegittimamente sottratta ai cittadini di Aquino, qualche nomina politica come quella della vicenda Ruffino, l’introduzione della figura del Presidente del Consiglio e qualche esoso contributo a qualche associazione,   veramente si poteva applicare un aliquota di molto inferiore al 2,5 x mille. A detta dello stesso Mazzaroppi le indennità non  possono  essere ridotte in quanto sono meritate. Beh tassare al massimo i cittadini per far quadrare un bilancio di previsione , per non togliere nemmeno un centesimo al proprio compenso  non ci sembra essere un merito. Per ovviare a questo insidioso problema del rimborso della TARSU hanno ben pensato di inserire nel regolamento della IUC (IMU+TARI+TASI) il principio della compensazione delle tasse solo per la stessa tipologia. Ovvero il rimborso TARSU può compensare solo la TARI in quanto entrambe riguardano i rifiuti. Intanto i cittadini di Aquino continuano a sperare di essere rimborsati.

Di seguito vi riportiamo la tabella relative alle aliquote applicate:

ALIQUOTA TASI CATEGORIA ABITAZIONE
2,5 Abitazioni principali categorie catastali A2-A3-A4-A5-A6-A7 e relative pertinenze
0 Abitazioni principali categorie catastali  A1-A8_A9 e relative pertinenze
2,5 Altri immobili
0 Aree fabbricabili
1 Fabbricati rurali ad usostrumentale dell’attività agricola
2,5 Immobili produttivi gruppo catastale D

 Le Categorie catastale sono cinque: A (abitazioni), B (edifici a uso collettivo, come caserme o scuole), C (commerciali (come box, negozi, tettoie), D (immobili industriali), E (immobili speciali).

In ogni categoria ci sono più distinzioni: fra le abitazioni si distinguono la A1 (lusso), A2 (civile), A3(economica), A4 (popolare), A5 (ultrapopolare), A6 (case rurali), A7 (villini), A8 (ville), A9 (immobili storici). Nel rogito è spesso indicata in forma abbreviata con “CAT.”.

Non riusciamo a capire perché chi possiede case di categoria A1-A8-A9 che sono di valore nettamente superiore alle restanti elencate in tabella non sono soggette al pagamento della TASI mentre per le restanti categorie è stato applicata l’aliquota massima.

Secondo uno studio  della UIL-Servizio politiche territoriali pubblicato sul quotidiano La Repubblica  le famiglie penalizzate saranno quelle che vivono con redditi modesti, per esempio chi vive in una  casa di categoria A3 (casa economica) con un figlio e rendita pari a 450 euro (nella media nazionale per questa categoria) può essere penalizzante per il 71% delle famiglie (nell’ipotesi, con reddito Isee di 10 mila euro e reddito Irpef di 20 mila euro). Al fronte di tutto ciò non è stato fatto nulla per allievare il carico fiscale delle famiglie in difficoltà.

Sempre sul regolamento della IUC è emerso  un ulteriore criticità ovvero  gli interessi moratori  sono più alti di quelli previsti per legge arrivando quasi a quota 5,5 punti percentuali. Nonostante quanto premesso il consiglio ha approvato  a maggioranza questo punto all’ordine del giorno con 8 voti favorevoli (maggioranza) e 3 contrari(opposizione).

Altro punto di grande interesse è stato il mercato settimanale. Il consiglio decide di ampliare il mercato con ulteriori nuove  postazioni che saranno dislocate lungo via Pietro Nenni ed interesseranno piccoli artigiani e coltivatori diretti. È emerso in fase di discussione consiliare che alcuni commercianti di Aquino avevano presentato esplicita richiesta di dislocare  la parte alimentare del mercato verso Piazza Municipio , in quanto a seguito dello spostamento del mercato molte attività site in Piazza San Tommaso e zone limitrofe avevano subito un forte calo di fatturato. La richiesta era stata avanzata per cercare di bilanciare il baricentro del mercato in quanto l’afflusso di persone si è spostato verso altre zone. A quanto pare l’amministrazione ha respinto questa istanza  in quanto era impossibile per motivi tecnici realizzare tutto ciò.

Inoltre il consiglio comunale ha deciso di esternalizzare i servizi per quanto riguarda la gestione TOSAP del mercato e ulteriori  controlli ad enti esterni adducendo una carenza di personale e l’impossibilità di poter effettuare nuove assunzioni.  Mazzaroppi dimentica che solo qualche giorno fa la giunta comunale di Aquino ha  deciso di non rinnovare il contratto all’LSU Magnapera Annamaria, che svolgeva funzioni di categoria B e quindi assimilabili all’oggetto delle suddette esternalizzazione, che tra l’altro non costituiva  alcun costo per il nostro Ente in quanto totalmente a carico della Regione Lazio, con la motivazione di richiedere altro LSU per mansioni di categoria A. Siamo all’assurdo! Si preferisce spendere denaro pubblico di tutti noi contribuenti per affidare a terzi la gestione di cose che potevano essere gestite tranquillamente dall’Ente a costo zero.

Il segretario di sezione

Pietro Ferone