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Terminata l’aspra e velenosa competizione elettorale, conclusi i festeggiamenti di chi ha (stra)vinto, il cittadino-elettore aquinate – dissolti anche i fumi delle promesse da comizio, per discernere meglio la realtà dei fatti dalle mistificazioni – ha atteso che si mettesse veramente in moto la macchina amministrativa che, a dire dei contendenti (e noi lo speriamo), avrà come obiettivo precipuo la realizzazione del bene della nostra città. Quale occasione migliore, quindi, per sondare il terreno, se non la convocazione del primo Consiglio Comunale che, secondo lo Statuto, «rappresenta la comunità» (articolo 34, comma 2) del Comune di Aquino?

Ho assistito, pertanto, allo svolgimento della prima assise dell’«era Mazzaroppi» (come ha titolato un quotidiano locale). Trattandosi della seduta d’esordio della neoeletta Amministrazione, mi sarei aspettato una discussione riguardante soltanto alcuni argomenti dell’ordine del giorno. Tuttavia, ciò non ha compromesso la legittimità del Consiglio medesimo.

Tra i vari punti all’ordine del giorno, tutti degni di analisi approfondite e da condividere il più possibile, elencati strategicamente cosicché il Sindaco-Presidente potesse condurre i lavori del Consiglio Comunale fino al punto decimo con l’«Elezione del Presidente del Consiglio Comunale», come se fosse un passaggio di testimone – è d’uopo menzionare il punto nono riguardante le «Modifiche ed integrazioni dello Statuto Comunale di Aquino». Nonostante il Sindaco si sia detto «conscio di aver accelerato su quella che è la Legge Fondamentale del Comune», ha pensato (bene?) di «dare subito un segno di operatività». Anche l’assessore Risi, dal canto suo, ha rimarcato che «il tempo avuto a disposizione era poco». Allora, mi domando: perché la maggioranza, non appena insediatasi, ha effettuato determinate modifiche allo Statuto Comunale? Concordo sulla necessità di adeguare lo Statuto alle novità del dettato normativo, ma non sono altri e più urgenti i problemi reali che attanagliano da anni la città di Aquino? Perché si è proceduto alle suddette modifiche senza l’istituzione in seno al Consiglio Comunale di una Commissione ad hoc – di cui avrebbero potuto far parte anche esperti di provata esperienza tecnica e professionale – che fosse garanzia di democrazia e rappresentatività, specie per l’opposizione? Senza tacere del nuovo articolo 45 dello Statuto Comunale, ove si legge che «Il Consiglio potrà istituire…», vale a dire: si dà facoltà – non obbligo – al Consiglio di istituire «Commissioni, permanenti, temporanee o speciali» (comma 1). Ma le Commissioni permanenti, di fatto, non sono presenti negli Statuti Comunali di tutti i Comuni? E ancora: l’articolo 45 (comma 3, primo periodo) ribadisce la possibilità («Potranno comunque essere costituite Commissioni per…») di istituire alcune Commissioni riguardanti vari ambiti d’intervento dell’attività politico-amministrativa, nonché «Eventuali altre temporanee e/o speciali Commissioni» in tema di Servizi Pubblici Locali (comma 3, secondo periodo). Ma quante Commissioni si potrebbero istituire? Sembra che spuntino come funghi, quand’invece mancano anche quelle permanenti…

Di là della proliferazione di Commissioni, è degno di nota inoltre l’articolo 31, riguardante l’«Istituto del difensore civico». Ma la Legge 23 dicembre 2009, n. 191 – Legge finanziaria per l’anno 2010 (come modificata dal D.L. 2/2010, convertito in Legge 42/2010), articolo 2, comma 186, non prevedeva la soppressione del difensore civico comunale, al quale il Sindaco ha fatto esplicito riferimento nelle Linee Programmatiche di Governo?

Eccezion fatta per qualche caso di acceso diverbio, il Consiglio Comunale non ha registrato particolari picchi di polemica e di contrapposizione dura tra le parti. Qualcuno potrebbe obiettarmi: “Che c’è di strano? Anzi, è da lodare un simile atteggiamento”. Lo sarebbe, se non fosse che ci stiamo riferendo a persone che fino a pochi giorni prima non se le sono mandate a dire dai palchi allestiti per i comizi, e che non hanno lesinato critiche e speculazioni, anche personali, di ogni sorta. A tratti il clima è stato quasi del “volemose bene”, come se con un colpo di spugna siano state cancellate le dichiarazioni rese da entrambe le compagini in campagna elettorale, e quel triste e tetro teatrino della politica sia stato solo una parentesi di un bucolico idillio.

Ebbene, anche l’opposizione avrebbe dovuto svolgere un ruolo diverso e più proficuo, puntando i piedi su talune questioni meritevoli di ulteriori approfondimenti e di un dibattito più ampio e condiviso. Cosa che non è stata realizzata, e si è proceduto all’approvazione di quei punti a colpi di maggioranza. A onor del vero, infatti, c’è stato il voto contrario dell’opposizione riguardo alla revoca della delibera di cui all’ottavo punto dell’ordine del giorno. Per quale motivo, però, non si è proposto di votare il rinvio di quest’argomento al prossimo Consiglio Comunale, in modo tale da ponderare meglio le scelte che i consiglieri sono stati chiamati a prendere?

In conclusione, la seduta è stata caratterizzata da tante dichiarazioni d’intenti e «noi vogliamo» da parte della maggioranza, e da un’opposizione che – sebbene non supportata numericamente – si è mostrata fin troppo collaborativa. Non è che alla fine la nostra Aquino diventerà un’Aquino nel cuore di tutti?

Aquino, 17 giugno 2013

                                                                                                          Rocco Iacovella