« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.» (art. 1  L. n. 211 del 20 luglio 2000)

Il giorno della memoria non può e non deve essere solo un giorno di commemorazioni.

Negazionismo e revisioni storiche approsimative vorrebbero cancellare o edulcorare la peggiore forma di genocidio mai attuata nella storia, la Shoah.

Ebrei, zingari, oppositori politici, omosessuali e persone con handicap furono sistematicamente  eliminate per perseguire l’obiettivo della purezza della razza ariana.

Ma il percorso per arrivare alla soluzione finale, concepita nella conferenza di Wannsee del 1942, fu lungo e vide nel tempo una ricerca sempre più meticoloso di strumenti di eliminazione di massa, dalle fucilazioni si passo ai gaswagen (camion per l’eliminazione di prigionieri con gas che ha anticipato le camere a gas) fino ad arrivare alla creazioni dei campi di concentramento.

Il genocidio e la distruzione di massa degli Ebrei rappresentarono il culmine di un decennio caratterizzato da misure discriminatorie sempre più dure cominciate con le leggi razziali dei regimi nazifascisti.

Oggi noi non dobbiamo solo ricordare, ma abbiamo l’obbligo di riflettere e comprendere quella terribile pagina di storia affinchè simili orrori non possano più accadere.

Bisogna tenere alta l’attenzione verso quei fenomeni di antisemitismo e razzismo, che tentano un revisionismo storico,  condannandoli con fermezza.

Oggi la crisi sta mettendo in difficoltà la nostra società, ma proprio in questo momento è necessario un sentimento di coesione sociale e di appartenenza ad una comunità che sia capace di aiutare i più deboli e sostenere quelli in difficoltà.

Non si superano le difficoltà con l’odio e l’egoismo, non c’è futuro se  non si persegue la via dell’amore del prossimo con tenacia e perseveranza seguendo il cammino della collaborazione e dell’integrazione.