Marco Iadecola, del raggruppamento mazzaroppiano, ironizza sul mio ruolo di opposizione limitandosi a creare una contrapposizione dialettica e classificatoria tra consiglieri della maggioranza (che sarebbero gli attuali grinciani) quelli di opposizione (che sarebbero i mazzaroppiani) e quelli di opposizione con il punto interrogativo (?) a me riservato.
Lo Iadecola, infatti, lessicalmente limitato si è posto il seguente dilemma: ma se i grinciani sono i consiglieri di maggioranza e noi mazzaroppiani siamo quelli di opposizione dove va collocato il consigliere Tomassi?
Limitando la concettualizzazione alle sole due categoria richiamate (maggioranza ed opposizione) Iadecola conclude nei termini seguenti: siccome le categorie dei consiglieri comunali sono solo due e noi mazzaroppiani siamo l’opposizione, Tomassi che non sta con noi va incluso, per forza di cose, tra i consiglieri di maggioranza.
Caro Iadecola – siccome gli articoli me li scrivo io – ti posso assicurare che nella presente consiliatura si sono delineate tre categorie di consiglieri : di maggioranza, di opposizione ed, infine, di mera contrapposizione dove siete collocati voi mazzaroppiani.
Una sorta di girone dantesco, il vostro, dove sono collocati i livorosi, i grafomani, i concettualmente ripetitivi, i demagoghi e tutti coloro che, in ultima analisi, non accettano aprioristicamente un dialogo vero, un risultato condiviso, un suggerimento leale.
Da quanto ho visto in questi cinque anni, infatti, se vi capita (raramente) di proporre una idea e gli altri la condividono questi – per il sol fatto di non averla pensata – sono ignoranti, incapaci, incompetenti; dite, ancora, e spesso, di essere voi i più bravi; tra voi, infatti, ci sono i “primi della classe” e che gli altri, invece, sono il nulla.
Il consigliere di opposizione, invece, dove sono rimasto io, è semplicemente colui che mantiene la propria identità, segue la propria strategia condividendo, senza livore ed astio e soprattutto con obiettività e lungimiranza, i risultati amministrativi nel vero interesse comune, senza fare demagogia, senza pompa magna, senza ripetitività di linguaggio che, in verità, dopo cinque lunghi anni ha appesantito le menti ed esasperato gli animi dei Cittadini obiettivi che, come presto vi renderete conto, non aspettano altro che ridurvi numericamente dalla pubblica rappresentanza ormai vilipesa ed esasperata oltre ogni misura.
Aquino, 11 nov. 2012
Emanuele Tomassi