Era prevedibile che dopo l’ultimo Consiglio comunale l’opposizione mazzaroppiana – supportata dagli “aggiunti” Iadecola Marco e Di Ruzza Luca – avrebbe fatto demagogia sui risultati delle determinazioni consiliari.
Ero certo che ciò sarebbe accaduto ed infatti è accaduto realmente!
In un articolo pubblicato su un blog locale, Iadecola ha ritenuto di evidenziare che due sue proposte – ritenute migliorative – non sono state adottate in Consiglio.
La prima riguardava la cancellazione dalla proposta di delibera dell’aggettivo “complessivo” con riferimento al reddito imponibile; la seconda ineriva, invece, alla riduzione dell’IMU anche per quelle abitazioni che i genitori concedono ad uso gratuito ai diretti congiunti e ai figli.
In buona sostanza, il doppio apporto di Iadecola sarebbe stato: 1) cancellazione dell’aggettivo “complessivo” dalla delibera; 2) riduzione dell’IMU su quelle abitazioni concesse ad uso gratuito ai familiari cosicché se una persona ha più abitazioni ma le concede ad uso gratuito (comodato) ai figli o ai genitori o ad altro familiare, e solo per questo, vi dovrebbe essere la riduzione dell’IMU.
Le incongruenze della “proposta Iadecola” evidenziano, oltre che una scarsa attitudine ad equamente amministrare (la proposta, infatti, avvantaggerebbe esclusivamente chi ha più abitazioni e non già le famiglie meno abbienti che lui ritiene, ma solo enfaticamente, di agevolare) anche una poca dimestichezza con le previsioni delle conseguenze che deriverebbero da una siffatta proposta.
Ed invero, mentre la sottrazione dell’aggettivo “complessivo” nulla muta alle determinazioni consiliari visto che l’atto deliberativo – in caso di dubbio – va letto in combinato con le norme regolamentari che sono al tal fine chiare, la proposta di riduzione dell’IMU, invece,solo per i casi evidenziati – oltre ad avvantaggiare le classi più abbienti – rasenta la violazione della normativa penale presentandosi, nella pratica, come un espediente per eludere le tasse visto che – i possidenti – cederebbero facilmente ad uso gratuito l’immobile una volta a quel figlio, una volta ai genitori, una volta al coniuge ecc. con la conseguente frode autorizzata da parte dell’Ente che – una volta accertata – oltre ad esporre i medesimi Cittadini beneficiari chiamerebbe gli stessi amministratori a rifondere le casse comunali con prevedibile esposizione al giudizio di conto.
La proposta di Iadecola, in verità, incarna la vecchia logica di amministrare molto vicina a quella “del tempo che fu” e conosciuta molto bene dallo stesso Iadecola.
Fuori dal contesto consiliare, poi, vorrei rivolgere un quesito direttamente a Libero Mazzaroppi: ma il sottopassaggio si allagava quando hai militato per lunghi anni nell’amministrazione Grincia?!
Aquino, 4 nov. 2012
Emanuele Tomassi