Matricola 2640. Una delle più antiche dell’intera Regione Lazio. Quattro cifre essenziali, scarne e sconosciute ai più. Diamo i numeri? Eppure sono quelli preziosi che tengono ancora in vita l’Asd Aquino, il sodalizio calcistico aquinate sorto nel lontano 1950. Sessanta (due) anni di calcio bianconero volati via tra alti e bassi, un patrimonio prezioso da sempre vanto di un popolo, quello aquinate, ricco di storia e tradizione. Erano gli anni del dopoguerra quando il nostro stivale, duramente provato dal conflitto bellico, provava faticosamente a rialzarsi. Ad Aquino, come nei centri limitrofi, si cominciava a praticare football. Quel gioco fascinoso importato dagli inglesi mezzo secolo prima rappresentava un’arma importante di riscatto sociale, un’evasione contro i problemi che la vita metteva drammaticamente di fronte. L’inaugurazione del glorioso comunale (auspice l’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giulio Andreotti) contro la Lazio (correva l’anno 1953) dette il via alle gesta della squadra bianconera allora presieduta dal mitico Alessandro Rogacien. Un cammino lungo ed entusiasmante (picco massimo campionato di Promozione, una sorta di attuale C2) giunto fino ai nostri giorni. Ma il presente incombe e parla di una squadra relegata in terza categoria. Un declassamento forzato figlio delle recenti vicissitudini societarie dopo i fasti della prima categoria. Alzi la mano chi non ricorda l’impresa di Arce (20 maggio 2007) quando un Aquino eroico, ridotto in nove uomini, raggiunse un incredibile 3-3 ai titoli di coda di una gara al cardiopalma. Un pareggio storico, consegnato agli archivi del calcio cittadino, che di fatto spalancò le porte della prima categoria. Cinque anni importanti, il primo dei quali impreziosito dallo straordinario terzo posto ottenuto dalla formazione di Gilberto D’Ammassa, matricola (tanto per restare in tema…) terribile del girone H della prima categoria. Memorabili le vittorie interne contro Ceccano e Fontana Liri davanti ad una cornice di pubblico mozzafiato, un fandango di emozioni che rimarranno a lungo scolpite nella memoria degli sportivi aquinati. Poi il lento ed inesorabile declino fino all’amara retrocessione in terza categoria. Il tutto maturato nello scorso mese di luglio con il passaggio di consegne tra Fabrizio Riccardi e Maurizio Gabriele attuale presidente del club. Un’estate calda non solo dal punto di vista meteorologico. Un organigramma societario profondamente rinnovato che vede alla conduzione tecnica Valeriano Mazzaroppi, vecchia conoscenza del calcio aquinate. L’ex bomber bianconero, appese le scarpe al fatidico chiodo, vuole ritagliarsi una vetrina importante sulla panchina dell’Aquino. Mazzaroppi guida un gruppo composto da aquinati doc (il veterano e capitano Stefano Del Vecchio in primis), una squadra giovane e vogliosa di ben figurare in questo torneo. I presupposti per far bene ci sono tutti, ripartire per poi imporsi a certi livelli non è mai facile ma nel calcio, come è noto, il risultato finale è spesso la somma di diversi fattori. Piedi ben ancorati a terra, niente voli pindarici ma anche la consapevolezza di poter recitare un ruolo importante in virtù di una cifra tecnica complessiva considerevole. Siamo solo agli albori di questa nuova avventura, una sorta di anno zero dal quale ripartire con rinnovato entusiasmp. La strada da percorrere è ancora lunga. L’auspicio, ovviamente, è quello di vedere la formazione aquinate, a stretto giro, misurarsi in categorie che le competono.
Libero Marino