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“La democrazia ha bisogno di tutti”. Lo afferma Luca Di Ruzza, consigliere del Comune di Aquino e Presidente della locale Sezione Udc. Di fronte a un dibattito quasi “strozzato” su scala nazionale, Luca Di Ruzza scende in campo per affermare che il prossimo referendum del 12 e 13 giugno non è cosa solo da politica nazionale. Anzi. “I politici locali – afferma Di Ruzza – hanno il dovere di interessarsi del dibattito, perché i temi del prossimo referendum sono temi che hanno una ricaduta importante a livello locale”.
In particolare, sono i referendum su acqua (due schede: una per abrograre la privatizzazione del servizio idrico, un’altra per abrograre la possibilità per il privato di gestire il servizio idrico sulla base del profitto) e nucleare (una scheda, per abrogare le nuove norme che consentono la produzione di energia nucleare sul territorio) ad interessare il territorio in maniera particolare.
“Sentiamo il dovere – sottolinea Di Ruzza – di dire la nostra, come politici moderati di ispirazione cattolica. Sembra che il dibattito da una parte sia solo di interesse nazionale (quando lo è, perché se ne parla pochissimo), dall’altro che sia “appaltato” solamente al pensiero radicale e di sinistra. Ma a votare ci vanno tutti, anche i moderati. La democrazia ha bisogno di tutti”.
Quale dovrebbe essere la posizione dei moderati nel dibattito? “I moderati – risponde Di Ruzza – dovrebbero risvegliare la propria coscienza morale e politica e riprendere la strada maestra della dottrina sociale della Chiesa. Quello a cui siamo chiamati è un voto di coerenza, è in gioco il bene comune. Di Ruzza spiega: “I due referendum sull’acqua chiamano in causa il bene delle persone e delle famiglie. Sono in gioco la destinazione universale dei beni e il diritto universale e inalienabile all’acqua da parte di tutti. Se da un lato privatizzare le reti idriche non significa privatizzare il bene dell’acqua in sé, dall’altro va ponderata bene tale distinzione. Il rischio è che l’acqua sia di fatto trattata come una merce e un bene economico da sfruttare”. E sul nucleare, Di Ruzza ricorda da un lato che “nella dottrina sociale della Chiesa non c’è una preclusione all’uso pacifico della tecnologia nucleare, pensiamo solo alle potenzialità della radiologia nella medicina”, ma dall’altro lato – continua Di Ruzza – “con riferimento all’energia e alle centrali nucleari sono in gioco la salute dell’uomo e la salvaguardia del creato. Non possiamo inoltre sottovalutare la rinuncia all’energia nucleare di importanti paesi in Europa e nel mondo. E questo non solo per il timore di disastri come Chernobyl o Fukushima ma per le potenzialità di altre forme di energia. Questo dovrebbe farci riflettere seriamente. La “svolta nucleare” non sembra essere la risposta alla questione energetica. Meglio attendere il progresso della tecnica che renda più sicure le centrali. Non possiamo sottovalutare i rischi, o gli interessi di breve periodo di alcune lobby”.
“E’ un voto importante – conclude Di Ruzza – e la nostra coerenza di moderati ci impone di andare a votare pensando non tanto alle situazioni contingenti, quanto al bene delle generazioni future”.

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