Caro Vincenzo,

ho scritto queste poche parole poco dopo aver saputo quello che al momento non era nel preventivo, ed è difficile, molto difficile trovare le parole adatte, perché, nei momenti in cui le emozioni sono così forti, non si riesce a raccogliere le idee; a capire bene cosa si deve dire, ad esprimere i sentimenti che si provano; non si riesce troppo bene a richiamare una vita, se non a sprazzi, con spunti che vanno di qua e di là senza un preciso filo conduttore.

            Soprattutto forse, non si riesce ad essere adeguati al momento triste che si vive, ed anche al tuo giudizio vigile, sì, quel giudizio che non mancavi mai di esprimere ogni volta ero chiamato ad un pubblico intervento; perché la tua presenza, o anche la tua assenza, perché mi chiedevi sempre cosa avevo detto, significavano un’attenzione critica e analitica alle parole che esprimevo.

            Adesso questo è il mio timore; di non essere capace di esprimere nel modo dovuto qualche mio pensiero su di te, sulla tua vita, sul nostro ambiente, in qualche modo sulla tua storia, che è stata anche storia mia e di tanti che sono qui in questo momento.

            Però…. però.. anche se difficile, mi sono sforzato lo stesso di raccogliere un po’ di idee e pensieri, pensando che se non l’avessi fatto, e non lo facessi, tu non me l’avresti mai perdonato e non me lo perdoneresti, e io stesso mi sentirei di venir meno ad un mio compito che so di doverti.

            Come sai, in tutti questi anni da che rivesto la mia carica, solo pochissime volte sono intervenuto in queste circostanze, solo in quelle in qualche modo dovute e istituzionali, perché tu sai, e te l’ho detto tante volte, che chi è sindaco ed ha gli stessi obblighi verso tutti, o interviene sempre o non interviene mai; queste mie parole perciò te le rivolgo come amico fraterno, ma anche come rappresentante delle Istituzioni della nostra Città, che tante volte ti hanno visto protagonista, e di cui anche tu hai scritto la storia.

            Perché la passione per la cosa pubblica, la passione per la politica e per l’impegno civile e contemporaneamente anche per l’impegno ecclesiale che vivevi con trasporto genuino, tu da sempre l’hai avvertito ancor prima di me.

            E l’hai costruito e l’hai portato avanti con lo stesso impegno con cui hai portato avanti i tuoi principi e i tuoi valori, con forza e determinazione, spesso anche con la forza della dialettica stringente e del confronto anche polemico ma sempre schietto, per difenderli e farli capire anche agli altri i tuoi valori che sono i valori positivi della nostra cultura e della nostra storia, sia nella scuola che è stata la tua professione e la tua palestra per tutti questi anni, sia nella società particolare di questa Città.

            Qualsiasi luogo di discussione, da quello istituzionale del nostro Comune, a quello popolare per eccellenza qual è la nostra piazza, sede di vivaci, ma anche di pacate discussioni, ti hanno visto attore propositivo, ma anche pungente e severo.

            Del resto questa era la tua vita, e questa era la cosa che ti appassionava di più; il dialogo e la discussione, e questo lo ripetevi da sempre, e quando ne stavi troppo lontano, come spesso è accaduto in questi ultimi tempi, ne soffrivi ancor più della malattia.

            Di questo hai voluto anche parlare nel libro che da anni ti proponevi di scrivere sulle vicende politiche, civili ed ecclesiali della nostra Città, di cui avevi sentito raccontare dai personaggi più anziani con cui ti piaceva parlare e sentire storie e descrizioni, ma che avevi vissuto direttamente anche tu, come politico e come amministratore; storie vicende e passaggi che giustamente temevi potessero essere cancellati dalla memoria collettiva della nostra gente, che oggi molto più di ieri tende a dimenticare in fretta; come anche hai voluto lasciare una descrizione della vita quotidiana di una famiglia di possidenti di campagna che sei riuscito a completare e diffondere proprio in questi ultimi giorni, quasi fossi così consapevole che non c’era più tempo, che il tempo concesso stava per scadere; tante volte avevi detto che avvertivi forte l’esigenza di trasmettere agli altri e di tramandare quello che ti era stato raccontato e trasmesso nel corso degli anni su queste vicende vere, che sentivi nella pelle, e che sarebbero state dimenticate…. tanto le sentivi, che erano in effetti diventati anche i tuoi racconti e le tue descrizioni, a volte anche molto colorite, negli incontri con gli amici, ma anche con i normali conoscenti a cui amavi riaffermare i valori della nostra tradizione familiare e dei punti fermi su cui si è costruita la nostra società locale e nazionale, che sentivi molto, come avvertivi anche la sofferenza per la messa in discussione ormai quotidiana dei principi in cui hai sempre creduto e per cui ti sei anche tanto battuto….

            Appena poco più che adolescente, avevi cominciato ad interessarti delle cose della nostra Città, a sentirtene coinvolto, a spingere al coinvolgimento anche tanti altri, coetanei, ma anche più giovani che avevi raccolto intorno a te nella tua attività politica e sociale… sono passati tanti anni da allora, tanti, tutti quegli anni che ormai è usuale dire….”come sono volati via”…. allora è cominciata anche la nostra frequentazione e la nostra amicizia fraterna, come è cominciato anche il nostro coinvolgimento nella vita politico-amministrativa della nostra Aquino, coinvolgimento e impegno che sono continuati per tanto tempo, e che a volte ci hanno fatto assumere anche posizioni un po’ contrapposte per visioni diverse sulle soluzioni da intraprendere.

            Sono stati momenti complessi e anche sofferti, e quanto complessi e sofferti, lo ricordiamo tutti, io, tu, gli amici che ci circondavano e ancora ci circondano….. ma recita una poesia americana…”la vita non è una scala di cristallo”…. e tu negli ultimi tempi l’hai verificato molto più degli altri, e perciò anche quelle cose sono da mettere nel preventivo della vita di ciascuno di noi; sono cose che possono succedere, ma quando i rapporti sono saldi, quando gli affetti non sono passeggeri, i legami rimangono, e gli ostacoli prima o poi vengono superati nel rispetto delle convinzioni di ciascuno.

            Tu, sempre, hai cercato di mettere tutto te stesso per cercare e trovare le ragioni per superare gli ostacoli che si incontravano, per riannodare i fili in qualche modo indeboliti; perché sapevi bene, come lo sapevo anche io e gli altri, che i valori che erano alla base del nostro impegno civile e sociale, del tuo, del mio, dei nostri amici, erano e sono gli stessi.

            Sono stati anni quelli, che ti hanno visto impegnato in maniera totale nei diversi campi: in quello ecclesiale e associazionistico, in quello politico, in quello amministrativo-istituzionale del nostro Comune in cui hai ricoperto incarichi di consigliere e di assessore.

            Sono stati, come hai anche raccontato nel tuo libro, anni indimenticabili, fecondi, coinvolgenti.

            L’entusiasmo che ti spingeva a partecipare, a discutere, a proporre soluzioni, è stato sempre qualcosa di palpabile e che tutti avvertivano, per quanto accalorati sono stati sempre i tuoi interventi e appassionante le tue prese di posizione; la gente ti ricorda così; gli amici ti ricordano e ti ricorderanno così….. accomodante e flessibile nelle discussioni per le cose non essenziali, fermo e poco accomodante per la difesa dei principi e degli elementi fondanti della nostra civiltà, della nostra cultura, e anche della nostra fede; e quando si diceva questo di te, non ti dispiaceva, anzi, ma lo accettavi come un punto di merito e come una spinta a continuare su quella strada che sapevi che era quella giusta.

            Caro Vincenzo,

gli anni sono veramente volati via, ma non tanti da far sì che questa strada si interrompesse così presto; avevi tante idee e tanti progetto anche per la tua vita privata dopo la conclusione dell’impegno professionale; ne parlavi quasi con timore, con quel timore misto però alla speranza che si potessero veramente realizzare, perché nella vita quotidiana, gli anni da vivere sarebbero stati ancora molti.

            Anni per vivere e vedere cose non ancora viste; anni per arricchire le conoscenze; anni per continuare a stare in mezzo alla gente del tuo paese come amavi tanto fare, e da sempre rimproveravi me che lo facevo poco; anni per continuare a coltivare le amicizie e naturalmente gli affetti familiari dei genitori, delle sorelle, dei nipoti; anni per raccontare le vecchie storie che amavi raccontare; anni per continuare a vivere la nostra piazza che amavi tanto e da cui non sapevi stare lontano e per cui rappresentavi una presenza costante; anni per riallacciare i fili di un impegno così radicato nel tempo; anni per vivere con serenità il tempo più maturo della vita….

            Questi anni a te non sono stati concessi; la provvidenza ha deciso in altro modo, e alla sua volontà, come diceva il grande poeta, non possiamo che inchinarci riverenti e grati per quanto ci è stato concesso…. come siamo grati a te per quello che ci hai donato in tutti questi anni; per quello che hai donato alla tua Città, per quello che hai donato alla tua famiglia; anche per quello che hai donato alla tua scuola.

            Con questo spirito, e con questa gratitudine ti salutiamo, un caro saluto, caro Vincenzo, un caro saluto da parte mia e dei tanti amici, i vecchi amici di un tempo in primo luogo, che ti hanno voluto e ti vogliono bene….

            Un saluto che è un arrivederci,

perché io, tu, tutti noi che condividiamo la stessa fede cristiana, sappiamo che il saluto di adesso non è altro che un a rivederci.     

              Antonino Grincia

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