Domenica 30 gennaio alle ore 11:00 ne parleremo in Piazza San Tommaso e dimostreremo a tutta la Città la clamorosa ignoranza amministrativa di un Sindaco che non riconosciamo più come tale, in quanto non merita né stima, né considerazione.

Così esordisce Libero Mazzaroppi in merito alle questioni del dissesto finanziario ed in particolare all’atto di resa di Grincia nei confronti delle argomentazioni dell’opposizione.

Grincia, colto da un evidente attacco di panico, visto che ormai la sua parabola amministrativa è giunta alla fine, sta facendo un gran parlare in questi giorni su una vicenda che, invece, avrebbe dovuto consigliargli di tacere e di rimettere immediatamente il mandato nelle mani degli elettori.

Avevamo deciso di non intervenire, per il rispetto dovuto al Tar, cui ci siamo rivolti a dicembre per far annullare un dissesto che, tutti lo ricorderanno, avevo definito “a tradimento”.

Ma l’incontinenza verbale di Grincia è stata, come al solito, talmente virulenta e del tutto sprovvista di ogni ragionevolezza da spingerci a mettere subito le cose in chiaro, promettendo di smetterla solo il giorno in cui egli non sarà più il sindaco di una Città che merita ben altro che un primo cittadino che certifica la sua imperizia, la sua incompetenza, la sua inadeguatezza e la sua incapacità, dando la colpa a chi, a proprie spese, si è appellato al Tribunale amministrativo per cercare di evitare un ulteriore doloroso salasso all’intera cittadinanza, compresa quella parte minoritaria che ha creduto, in buona fede, nel suo progetto di continuità.

A livello amministrativo, con riferimento alla questione del dissesto, il sindaco  si è comportato come uno scolaretto discolo, che non ha ascoltato  i consigli degli insegnanti, che non ha imparato mai la lezione, che ha voluto fare sempre di testa sua, e che, pertanto, come in tutte le storie raccontate sul tema, merita le orecchie da somaro. E così, per restare nella metafora dello scolaro somarello, in questa vicenda egli è stato costretto, suo malgrado, a farsi “tirare a capezza” dall’opposizione, e ha iniziato a scalciare, a fare dichiarazioni scriteriate, pensando in questo modo di ingannare, ancora una volta, gli aquinati che, evidentemente, ritiene dei fessi creduloni.

Vistosi alle strette, e non avendo via di fuga, ha iniziato a scalciare, meritando così a pieno titolo, date le sue performances amministrative e mediatiche, lo stesso appellativo dei bambini discoli che a scuola vengono raffigurati con le orecchie lunghe.

Dopo aver speso energie e soldi, per dimostrare che sul dissesto avevamo ragione noi dell’opposizione e per mettere a nudo l’incompetenza della maggioranza, posso ribadire, senza esitazione e con cognizione di causa, quello che ho sempre asserito negli ultimi 5 anni: Grincia, come amministratore, merita le orecchie di asino perché in questi anni ha depauperato le casse del comune e ha svuotato le tasche degli aquinati, senza nulla dare in cambio in termini di opere e di realizzazioni. Né ha fatto alcun sacrificio personale, come maldestramente tenta di far credere. Sul dissesto e sulle ragioni che lo hanno, suo malgrado ed a malincuore, costretto a procedere verso un annullamento della delibera, come siamo soliti fare, diremo tutta la verità ai concittadini in un pubblico intervento che, come anticipato, terremo domenica mattina in Piazza San Tommaso.

Per ora, in riferimento alla circostanza dell’annullamento della delibera di dissesto, imputabile alla conclamata ignoranza amministrativa del sindaco Grincia, intendo offrire ai lettori e ai cittadini una serie di elementi, quale incontrovertibile testimonianza di verità e di trasparenza:

–       il 20 ottobre 2010 Grincia ha deliberato il dissesto finanziario nonostante le nostre vibrate ed incisive proteste. Già in quella sede, nell’evidenziare le nostre perplessità, abbiamo votato contro il dissesto, preannunciando un’azione di ricorso, suscitando la stizzosa reazione del sindaco che, invece, ha ribadito l’assoluta inevitabilità del provvedimento che, a suo dire, diventava la soluzione di tutti i problemi di bilancio (alle spalle delle famiglie degli aquinati);

–       abbiamo, poi, raccontato e documentato i termini della questione in un pubblico intervento;

–       dopo una serie di accessi agli atti contabili, oltrepassando anche l’ostruzionismo del Sindaco e dell’Ufficio Tecnico che non li ha messi tempestivamente a disposizione, grazie all’azione puntuale e competente dell’Avv. Risi coadiuvato dal Dott. De Cesare, che hanno lavorato notte e giorno, abbiamo verificato che le condizioni per deliberare il dissesto non ricorrevano;

–       solo allora abbiamo deciso di ricorrere al Tar ed ovviamente lo abbiamo fatto a nostre spese;

–       il ricorso è stato notificato il 24 dicembre, solo per la ostinata resistenza del sindaco a consegnarci  le delibere del dissesto, tanto che abbiamo dovuto avvertire e sollecitare un intervento del Prefetto,

–       la Giunta con immediatezza ha incaricato un legale al fine di dire, eccepire, controdedurre ed opporsi per la difesa (udite bene) degli interessi dell’ente;

–       successivamente, anche il sindaco si è dovuto arrendere alla sua somaraggine amministrativa, tanto da vedersi costretto a far votare una nuova delibera dove incaricava lo stesso legale di aderire all’istanza di Mazzaroppi, Risi e Iadecola perché fondata e veritiera;

–       il paradosso è che ha fatto tutto questo senza badare a spese perché, ovviamente, le pagano i cittadini di Aquino.

Una ragione di stile che il sindaco, è evidente, non ha, non ha mai avuto e mai avrà, avrebbe dovuto imporgli di riconoscere i suoi limiti, di ammettere le sue negligenze, di chiedere perdono agli aquinati e di ringraziare un gruppo di persone (Mazzaroppi, Risi, Iadecola ed altri) che si è accollato il costo di un procedimento giudiziario per difendere i cittadini di Aquino, il cui futuro ed i cui interessi erano stati messi a rischio da una decisione gravemente sbagliata assunta, all’unanimità, da una maggioranza appiattita sulla volontà del sindaco.

Risulta chiaro, comunque, che la mancanza di stile e di correttezza mostrata anche in questa circostanza esporrà il sindaco e chi gli sta vicino a tutte le conseguenze che ne deriveranno, perché d’ora in avanti la nostra opposizione andrà fino in fondo, percorrendo tutte le strade possibili consentite, per far sì che ad Aquino si torni a respirare aria pulita.

Se non verranno i commissari, se non si pagheranno l’Ici e la Tosap con aliquote più  alte, se non si pagheranno i passi carrabili, se non dovremo pagare l’addizionale Irpef, se non ci saranno oneri di costruzione ancora più elevati e rette scolastiche più consistenti, è solo grazie all’azione competente, rigorosa e costante del Coordinamento delle opposizioni. Ma questo non è sufficiente: l’impegno che noi prendiamo con i concittadini è quello di mandare definitivamente a casa Grincia e il suo residuo corteo di “signor sì”, per impedire che possano ulteriormente danneggiare la nostra comunità.

Appuntamento, quindi, a domenica prossima alle ore 11:00, in Piazza San Tommaso.

 Il Capogruppo “Aquino nel cuore”

                                                                              (Cons. Com. dott. Libero Mazzaroppi)

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