Crediamo che sia giunto il momento, per chi ha a cuore le sorti della nostra città, di superare ogni forma di rassegnata indifferenza e di prendere una posizione netta e chiara di fronte alla fallimentare e abulica gestione della giunta Grincia. Si tratta di un dovere che spetta ad ogni cittadino e, a maggior ragione, ad ogni entità partitica chiamata a dar conto della sua azione nel territorio.
La estrema gravità della situazione è a tutti nota, così come sono note le responsabilità di chi l’ha determinata. Noi iscritti e sostenitori del PD non intendiamo restare muti, acquiescenti o, peggio, complici di condotte amministrative che, a seconda dei casi, si sono rivelate inette, scorrette e spesso irrispettose della legalità. Basta ricordare il costante ricorso ai trucchi contabili nella redazione dei vari atti finanziari (regolarmente e duramente segnalati dalla Corte dei conti), oppure è sufficiente richiamare la superficialità con cui si è reiterata l’adesione all’Unione Cinquecittà, oppure ancora si può far riferimento allo sconsiderato e doloroso (per i cittadini) aumento della TARSU. Non parliamo, poi, delle modalità con cui il Sindaco ha gestito le gravi difficoltà della sua amministrazione che si è distinta, di volta in volta, per l’occultamento di fondamentali documenti e per la scarsa trasparenza degli atti, per l’arrogante ostruzionismo nei confronti dei diritti e delle prerogative delle opposizioni, per la costante conflittualità con i dipendenti comunali, per i persistenti contrasti con i numerosi segretari che si sono succeduti nell’incarico, per l’ostilità nei confronti del Revisore dei conti quando osava sottolineare, nelle sue rigorose osservazioni, la inattendibilità delle entrate e delle uscite, ipotizzando, di fatto, quel che puntualmente oggi sta accadendo, cioè (a meno di altri impensabili artifici contabili) una situazione prossima al dissesto, che avrà pesanti conseguenze per le tasche dei cittadini. Ma l’elenco delle disfunzioni, delle omissioni e delle contestazioni potrebbe continuare a lungo.
A questo punto, s’impone la necessità di voltare pagina e di aprire un nuovo capitolo nella storia di Aquino, prendendo atto di un fallimento politico e di un disastro gestionale senza precedenti. Occorre che, tra le fila della maggioranza, ognuno si assuma le proprie responsabilità, riconsegnando ai cittadini il compito di eleggere una nuova classe dirigente che possa dare speranza e prospettiva di sviluppo alle nuove generazioni. Se sbagliare è umano, come recita l’antica massima, perseverare è diabolico: ammettere di aver fallito non è disonorevole, specialmente da parte di chi ha condiviso un breve percorso amministrativo, in tutta buona fede; al contrario, continuare a sostenere chi fa della propria permanenza al potere una mera questione personale e di puro puntiglio, comporta l’assunzione di una responsabilità che non ha né giustificazione politica, né giustificazione morale. Per questo, noi riteniamo che sia giunto il momento delle scelte coraggiose in cui le superiori ragioni del bene comune e della collettività debbano prevalere sulle logiche dei gruppi e delle appartenenze.
ISCRITTI E SOSTENITORI DEL PD DI AQUINO