dal sito www.lagazzettacassino.it
Ad ogni azione una reazione. Nonostante, infatti, nella lettera inviata dall’ex consigliere di maggioranza, Fausto Tomassi, al sindaco Grincia dopo la comunicazione della propria uscita dal gruppo, fossero state chiarite, “un’ultima volta e per l’ultima volta”, le motivazioni di tale decisione, il dibattito politico resta infuocato. Nei giorni scorsi, in risposta ad accuse lanciate dall’esponente di minoranza Marco Iadecola, il primo cittadino non ha trovato di meglio da fare che tirare in ballo proprio l’avvocato Tomassi il quale, in quella “querelle” a due voci, non c’entrava proprio nulla. Così, chi di spada ferisce…
“Se la politica è buona politica qualcosa deve pur rimanere. Tra una contigenza ed un’altra c’è bisogno che qualcosa sedimenti e lentamente si faccia pensiero, indirizzo, azione”.
Facendo propria una citazione del senatore del Pdl Gaetano Quagliariello, l’avvocato Tomassi continua così il suo affondo verso il primo cittadino.
“Quanto alle “contingenze” – dice – quelle che hanno rappresentato in passato l’ordinaria amministrazione del primo cittadino con le quali avrebbe ammesso di esserersi accorto solo oggi e solo perchè nessuno lo aveva informato prima, del crescente disavanzo di amministrazione dell’ente comunale, sono quelle che lasciano di gesso.
Se corrispondesse al vero quanto asserisce, allora la situazione descritta sarebbe tragicomica, in quanto il primo cittadino ammetterebbe di aver fallito nell’unica cosa di cui si sia occupato nei suoi anni di amministrazione: la gestione piatta e ordinaria dell’Ente.
Ma il primo paradosso della situazione sarebbe quello che dopo essersi vantato per anni di non aver messo le mani nelle tasche dei cittadini e, ovviamente, dopo aver speculato su ciò in ogni competizione elettorale, oggi costringe la Città ed i cittadini ad enormi sacrifici; oggi costringe alcuni suoi pur valenti collaboratori alla paralisi politica ed amministrativa, sottoponendoli alle critiche ed al dileggio dei cittadini e di parte dell’opposizione.
Ed allora, abbia almeno il coraggio il nostro primo cittadino, come farebbe un vero leader, di riconoscere fino in fondo le proprie pregresse responsabilità, abbia il coraggio di dire che il programma di governo sottoposto agli elettori, e fatto sottoscrivere in buona fede ai suoi consiglieri, non potrà essere realizzato. Abbia il coraggio di dire che nel programma elettorale sottoposto agli aquinati nel 2008 avrebbe dovuto inserire un solo ed improbabile obiettivo: il risanamento del disastro finanziario provocato dalla sua stessa precedente gestione. Abbia la dignità politica di ammettere che la sua passata gestione ha fallito pur nella sua mediocre ordinarietà e che la nostra Città oggi, per colpe e responsabilità che vengono dal passato, è agonizzante. Abbia il pudore di riconoscere che ha fatto assumere alla nostra comunità il grave rischio di un dissesto finanziario che qualora dovesse verificarsi davvero, sarebbe l’unico della nostra storia politica, scaturito e provocato non da investimenti per opere o attività straordinarie realizzate negli anni in quanto di queste non v’è traccia, ma della ordinaria, piatta ed incocludente gestione Grincia.
Quanto invece alla mancanza di progettualità, di idee, di azioni che “restano” della sua amministrazione, abbia il buon senso di ammettere di aver fatto perdere alla nostra Città opportunità che forse non si ripresenteranno più, di aver chiuso la nostra comunità dal suo interno, di non aver creato i presupposti perchè Aquino avesse un ruolo importante sulla scena politica sovracomunale. Di non essere stato in grado di creare un movimento politico giovanile che rappresentasse la futura classe dirigente della nostra comunità e di aver neutralizzato anche le buone risorse umane, progettuali e politiche dei suoi collaboratori i quali, seppur dotati di idonee potenzialità, nulla hanno potuto dinanzi alla sua insensibile e cieca volontà amministrativa. Abbia, insomma, l’onestà di riconoscere che anche da questo punto di vista non lascerà tracce del suo operato.
E’ infatti sorprendente che oggi si preoccupi di chi voglia raccogliere la sua eredità. E’ incredibile come ancora una volta non si accorga del fatto che la sua vera eredità politica, e non quella rappresentata dai propri consensi familiari che conserva, non interessa nemmeno ai suoi più stretti e fedelissimi collaboratori, quelli che pur avendo delle legittime aspirazioni politiche da leader si affannano a spiegare a chiunque, ma solo in camera caritatis, che la loro eventuale amministrazione, quella che forse verrà, sarà molto diversa e sopratutto lontana da quella che Grincia ha rappresentato negli anni.
Ma l’ulteriore paradosso di questa situazione è che il nostro primo cittadino è talmente lontano dai tempi che viviamo, dai bisogni e dalle aspettative della cittadinanza che è convinto di aver realizzato con i suoi insignificanti anni di amministrazione un vero e proprio capolavoro politico ed amministrativo.
Quanto invece al tipo di opposizione posto in essere da una parte della minoranza e che comunque personalmente sento di non condividere, fa bene il consigliere Libero Mazzaroppi a ricordare al nostro sindaco “i bei tempi passati”, quelli caratterizzati dalle denunzie pretestuose, dalle insinuazioni e dalle speculazioni politiche infamanti poste in essere nei riguardi di chi con onore aveva dato lustro alla nostra Città; nei riguardi di chi aveva avuto il solo torto di averlo democraticamente e sonoramente battuto nel 2001.
Anche in questo caso il nostro primo cittadino farebbe bene a recitare il “mea culpa” piuttosto che mostrarsi insofferente, dal momento che, di tale atteggiamento politico lui è stato un autorevole educatore; di tale atteggiamento politico oggi, per uno strano scherzo del destino, è lui stesso a pagarne le conseguenze”.