Devo confessare di provare un certo disagio nel replicare alla nota di Gianfranco Di Sotto, dopo essere stato seriamente tentato dalla scelta del silenzio. In realtà, a me sembra di dar luogo ad un dialogo surreale, dal momento che io non mi trovo di fronte un interlocutore pronto a controbattere e ad argomentare con il sostegno della logica e dei contenuti, ma un antagonista che si sottrae alla discussione e contrattacca con illazioni sgradevoli sul piano personale e con un lessico immotivatamente ingiurioso. Egli inaugura il suo intervento con la solita e ridicola solfa di un’opposizione che sarebbe la causa, con le sue “velenose aggressioni”, della perdita di stima e di rispetto da parte dei paesi limitrofi, confondendo la malattia con il medico; la malattia, nella fattispecie, è una maggioranza allo sbando, che sopravvive con bilanci artefatti e trucchi contabili, che ha conseguito il ben triste e vergognoso primato, certificato dalla Corte dei Conti e pubblicizzato dalla stampa, di far parte degli 8 Comuni dell’intera Regione Lazio e degli 82 di tutta Italia che presentano un disavanzo di amministrazione, frutto di una gestione finanziaria inetta e dissennata. Ora, chiedo al Sindaco e a Gianfranco Di Sotto se sono le malevole critiche mie e dell’opposizione a far perdere stima e credibilità alla nostra città, o se, invece, non sono notizie e fatti come questi che gettano discredito su Aquino e gli aquinati? E’ colpa del medico che fa la diagnosi se il paziente è affetto da una grave patologia? E’ colpa del giudice se un truffatore viene condannato?

Ma quel che più mi sorprende e mi amareggia dell’incauta e rabbiosa reazione dell’assessore Di Sotto, sceso in campo, senza essere stato da me direttamente toccato, a difendere il suo Sindaco, è la qualità delle sue argomentazioni  e il tenore provocatorio dei suoi rilievi, rivolti non alla problematica politica sollevata, ma alla persona di chi su di essa ha inteso doverosamente richiamare la pubblica attenzione. Ebbene, egli non ha replicato a nessuno, e sottolineo: nessuno, degli interrogativi evidenziati con scolastico punto di domanda dal mio intervento, accusandomi, spero senza rendersi conto di quello che ha detto e scritto, di essere “stato ormai contagiato dalla malvagità che circonda l’ambiente politico”, qualificando le mie critiche e severe contestazioni sul comportamento politico del Sindaco come  “taglienti e velenose accuse”. E dopo questi giudizi, Gianfranco Di Sotto ha l’impudenza di definire “pacata” la sua replica!

Sorvolo, poi, sulla sua accusa di slealtà verso i miei elettori per aver dato vita (con Libero Mazzaroppi, Carlo Risi e tanti altri), in perfetta e totale coerenza con il responso elettorale e con le sollecitazioni dei miei elettori, al coordinamento del gruppo delle opposizioni. Forse egli, e qualche suo sodale, sperava che io potessi fiancheggiare e rafforzare la sua maggioranza, operando davvero una scelta che avrebbe tradito i principi su cui ho fondato tutta la mia campagna elettorale.

Quanto alla mia sofferenza manifestata ed espressa in privato per il clima di ostilità che si è prodotto, non ho difficoltà ad esprimerla anche in pubblico, dal momento che la mia natura non tende al conflitto personale e alla controversia esacerbata nei rapporti interpersonali. Ma, confermato questo, aggiungo che la primaria responsabilità di tale clima va ascritta proprio al Sindaco e alla sua maggioranza che hanno rifiutato di stabilire ogni rapporto con la minoranza, anche quando le osservazioni da noi avanzate sono risultate oggettivamente ragionevoli e fondate, come spesso i fatti si sono incaricati di confermare.

C’è, poi, un’ultima considerazione che dimostra l’ingenuità, spero, o piuttosto la malafede di Di Sotto, allorché egli immagina di cogliere una contraddizione nei miei interventi là dove ho richiamato (cosa peraltro a tutti nota e rimpianta) il sentimento di ammirazione con cui “nel recente passato” ( e non “poco tempo fa” come egli scorrettamente traduce) i paesi limitrofi guardavano alla nostra città, giudizio che, a suo parere, contrasterebbe con quello dato sulla ventennale gestione Grincia. In realtà, la nozione di “recente passato” ha una chiara valenza storica, che non ha nulla a che spartire con il significato del colloquiale e generico “poco tempo fa”. Vada, piuttosto, alle questioni e ai problemi politici da me sollevati l’assessore Di Sotto e lasci fare l’esegeta ad altri, imparando a rispettare la critica e ad apprendere, ma forse pretendo troppo, la pratica di una salutare autocritica.

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