Intervento del Consigliere avv. Fausto TOMASSI,
 sulla questione del Presidente del Cosiglio
Consiglio Comunale del 13/02/2009

Prima  ancora di valutare se vi siano ragioni di opportunità tali da indurci a  votare la modifica dello statuto nella parte in cui presuppone, per una  valida costituzione del consiglio, la nomina del presidente, ovvero e diversamente valutare se  procedere alla nomina dello stesso, ritengo di dover procedere ad effettuare alcune contestazioni al consigliere Risi affinché ognuno di noi possa fare delle considerazioni di carattere generale sulla  situazione politica ed amministrativa della nostra città.
 E’ incoerente il comportamento del consigliere Risi sulle ragioni che lo inducono a richiedere l’elezione del presidente del consiglio.
La prima domanda che qualsiasi amministratore di buon senso ritengo debba farsi è perché il consigliere Risi,  che è stato il difensore ed il superconsulente dell’Ente, non si è posto   prima, e cioè nei cinque anni precedenti il problema della nomina del  presidente del consiglio. Chi di noi ignora che il consigliere Risi è stato nella passata consigliatura nel cuore dell’amministrazione Grincia?
Dico questo perché tutti ricorderanno che le norme che prevedono l’esistenza e quindi la nomina del presidente del consiglio sono in vigore dal 2001.
Un’altra domanda che ognuno di noi dovrebbe porsi è quale sia stato l’atteggiamento di coloro che oggi rivendicano l’applicazione della norma statutaria nel momento in cui la maggioranza  del tempo modificò lo statuto prevedendo come necessaria la presenza del presidente del consiglio.
 Io personalmente ricordo che il consigliere Risi e l’allora consigliere di minoranza Mazzaroppi gridarono allo scandalo e devo dire con un atteggiamento di opposizione simile a quello di oggi, specularono non poco su quella scelta.
Strano  che oggi e  presumibilmente solo perché si trovano seduti sui banchi dell’opposizione siano di diverso avviso.
 Ricordate cosa si disse. La modifica dello statuto fu ribattezzata il lodo Ruffino.
Ed allora cosa avrebbe dovuto fare il consigliere  Risi  per non essere accusato oggi  di incoerenza politica?
Avrebbe avuto almeno due possibili atteggiamenti  che lo avrebbe fatto apparire più coerente: continuare a tacere sulla questione del presidente del consiglio così come ha fatto per cinque lunghissimi anni  ovvero se cosi forte era il suo sentimento di legalità avrebbe dovuto suggerire la modifica dello statuto nella parte in cui prevede la figura del presidente del consiglio.
Ma anche  in quest’ultimo caso,  pur considerando che le scelte del consigliere Risi siano ispirate ad un sano sentimento di legalità, allora non si comprende,  dal momento che ci sarebbero altre figure istituzionali ritenute facoltative dal Testo unico sugli Enti locali  ma previste come necessarie dal nostro statuto comunale, perché alla nomina di  tali figure istituzionali non sembra essere interessato.
Lo statuto infatti prevede come figura istituzionale necessaria il difensore civico.
 Strano che non si sia accorto che il nostro statuto è oramai obsoleto  e non adeguato alle leggi vigenti.
Dobbiamo forse ritenere  che in alcuni casi e solo quando ragioni di opportunità politica lo consigliano ben si può derogare al principio di legalità ?

Non è stato  politicamente corretto e leale il comportamento del consigliere Risi anche nel modus procedendi con il quale  ha sollevato il problema legato alla elezione del Presidente del consiglio.
 Ricorderete tutti che nel primo consiglio successivo a quello dell’insediamento di questa amministrazione, quello relativo alla convalida degli eletti, il consigliere Risi si alzò in piedi, e con due foglietti in mano, contenenti presumibilmente uno  l’art. 39 e 40 del Testo unico degli enti locali e l’altro contenente gli artt. 35 e 35 bis dello statuto comunale sollevò il problema della necessità di procedere alla nomina del presidente del consiglio comunale.
Ritengo che sia opportuno  chiedersi perché ha  ritenuto di sottoporre la questione al consiglio con un atto a sorpresa e con soli due foglietti in mano?
Perchè non ha ritenuto di instaurare un contraddittorio almeno cartolare ed anticipato sulla questione del presidente del consiglio?
In fondo si trattava di una questione riguardante la regolare composizione del consiglio.
Né si può obiettare che mancassero le competenze tecniche in consiglio per approfondire la questione e per questo motivo ha ritenuto di agire in tal modo.
Certo questo sarebbe stato un agire leale, responsabile e rispettoso di tutti, ma chiediamoci il perché di questo  modus procedendi.
 Forse perché si doveva cogliere il consiglio di sorpresa sulla presunta ma inesistente perentorietà  del termine entro il quale procedere alla nomina del  presidente del Consiglio?
 Ed allora io ricordo al consigliere Risi che anch’egli è un amministratore anche se di minoranza ed ha il dovere nel rispetto della legge  e dei ruoli di dedicarsi alla cura dell’interesse pubblico.
Non può il consigliere Risi fuorviare i lavori consiliari ma deve anche quando non condivide le scelte della maggioranza  agire politicamente con lealtà.
Per quanto riguarda  il merito della questione, quello relativo alla  modifica dello statuto comunale nella parte in cui prevede e presuppone all’interno del consiglio comunale la figura del presidente del consiglio non è un caso che i promotori di questa iniziativa siano stati proprio coloro che non partecipano direttamente al governo del Paese e che non sono per il fatto di essere al di fuori della giunta, i più stretti collaboratori del sindaco e che quindi  non ricevono alcuna indennità di governo.
Sono gli stessi consiglieri che ogni giorno danno il proprio apporto in termini di iniziative, di idee e di fattiva collaborazione con il sindaco e la giunta alla cura dell’interesse pubblico.
Questa  scelta  di responsabilità e di rigore morale che sono sicuro la maggioranza consiliare vorrà avvalorare  pienamente con il proprio voto è la sintesi della attuale  maggioranza  consiliare che dimostra  la propria compattezza  e genuinità della propria azione amministrativa.
La nostra è una soluzione  che antepone l’interesse collettivo ad ogni  altra seppur legittima aspettativa dei singoli.
Non può negarsi infatti che in un altro contesto o scenario  amministrativo  e politico  e probabilmente con una maggioranza consiliare diversa si sarebbe scatenata la corsa alla carica, al potere,  alla poltrona e perché no alla relativa indennità.
 Questa maggioranza, sono certo di darà prova  anche in questa occasione di maturità,di intelligenza politica, equilibrio e sana amministrazione votando in blocco e compatta la modifica dello statuto nella parte in cui presuppone in consiglio la presenza del presidente del consiglio.
Aquino 13 febbraio 2009 

           Il Consigliere delegato al contenzioso e agli affari legali
Avv. Fausto TOMASSI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *