Intervento del Consigliere avv. Fausto TOMASSI,
sulla questione del Tecnico Comunale
Consiglio Comunale del 13/02/2009
Prima di comunicare il mio pensiero politico sulle vicende che hanno caratterizzato e caratterizzano la vita amministrativa della nostra città, credo sia opportuno replicare a quanti hanno ritenuto e forse tuttora ritengono che gli amministratori di maggioranza siano muti per ordine del sindaco.
Niente di più falso, a nessuno di noi, e né a me in particolare il sindaco ha mai ordinato di tacere.
Penso di poter parlare per tutti anche se potrò necessariamente spiegare meglio le ragioni del mio silenzio.
Ad onor del vero in tutte le occasioni in cui è necessario prendere delle decisioni, sia quelle più importanti, sia quelle apparentemente meno importanti, il sindaco ci coinvolge, invitando tutti, nessuno escluso, a far conoscere a lui, ed al gruppo, il nostro pensiero.
Tutte le decisioni, e nessuno potrà smentirmi, vengono prese collegialmente e nel pieno rispetto delle regole della democrazia.
Per quanto riguarda il mio atteggiamento silenzioso in consiglio sino ad ora ritengo di aver fatto la cosa migliore non per una ma per almeno due ordini di ragioni.
La prima ragione per cui non ho ritenuto di intervenire è perché credo, con molto più buon senso di chi interviene a sproposito, che era meglio aspettare di avere una conoscenza migliore dei fatti politici ed amministrativi della nostra città.
Se alcuni di quelli che parlano da sempre avessero seguito il mio esempio, se avessero meditato bene sulle proprie e pregresse responsabilità amministrative oggi probabilmente costoro non si troverebbero in una situazione di grave contraddizione.
Un’altra ragione che sino ad ora mi aveva fatto preferire il silenzio era dettata dal rispetto di chi ha perso, della umana delusione di chi aveva altre aspettative dalla ormai trascorsa campagna elettorale.
Ho ritenuto che la rabbia di chi ha perso le ultime elezioni fosse anche ed entro certi limiti da comprendere, che alcuni eccessi degli sconfitti fossero in qualche modo umanamente tollerabili.
Purtroppo devo riconoscere che almeno su questo mi sbagliavo.
Il nostro silenzio, che è stato di rispetto ed anche di stile sino ad ora, è stato evidentemente inteso come sintomo di debolezza politica, ma purtroppo per i nostri amici dell’opposizione così non è.
Dopo queste opportune precisazioni in ordine alla tormentata questione del tecnico comunale ritengo di dover fare solo alcune considerazioni, dal momento che qualsiasi discussione approfondita sul problema sarebbe superflua e puramente accademica.
In ordine alla necessità ed opportunità per ragioni di interesse pubblico di valutare la possibilità di agire diversamente da come si sta facendo, ritengo che questa amministrazione non sbagli alla luce di tutto quanto si è verificato prima di questo consiglio ad attenersi al rispetto scrupoloso del dettato della legge.
Sono stato il primo a ritenere che la piena realizzazione dell’interesse pubblico avrebbe imposto sulla questione del tecnico comunale di valutare la possibilità di agire diversamente da come si sta facendo.
Devo riconoscere che anche in questa occasione la maggioranza consiliare è stata diligente nella ricerca di soluzioni rispettose della legge sia dal punto di vista formale che sostanziale.
Purtroppo oggi qualsiasi soluzione praticabile ed alternativa a quella prescelta sarebbe risultata gravosa per coloro che l’avrebbero dovuta votare in giunta.
Ed allora è necessaria qualche seppur breve considerazione sul principio di legalità.
Secondo un principio di legalità formale è necessario attenersi alla lettera della legge senza che vi sia uno spazio discrezionale per agire diversamente.
Secondo questo principio è la legge ad aver già valutato aprioristicamente in che modo e con quali strumenti è possibile perseguire l’interesse pubblico supremo.
Questa interpretazione del principio di legalità, se da una parte ha il pregio di rappresentare una garanzia del rispetto del principio di separazione dei poteri, e una garanzia contro eventuali abusi del potere esecutivo, dall’altra non consente di agire diversamente anche quando l’applicazione letterale della legge non assicura nel caso concreto il migliore interesse pubblico perseguibile.
Appare evidente che, secondo questo principio diventato il cavallo di battaglia di una parte dell’opposizione, il rispetto formale della legge, impone la necessità di procedere alla nomina del tecnico con convenzione con altra P.A.
Questa soluzione risponde pienamente al principio di legalità formale ma, dobbiamo convenire che la stessa legge generale ed astratta che applichiamo, che non può aver valutato la peculiare situazione in cui si trova l’Ente, è iniqua e non consente evidentemente di perseguire pienamente l’interesse collettivo.
Secondo un diverso principio di legalità, quello sostanziale, l’interesse pubblico si pone a volte anche al di sopra del rispetto formale della legge, secondo questo principio ben si potrebbe agire nella cura dell’interesse pubblico anche con modalità e strumenti non espressamente previsti dalla lettera della legge.
Questo principio per converso presenta lo svantaggio di non assicurare il principio di separazione dei poteri ed offrirebbe il fianco ad abusi del potere esecutivo.
Ed allora sorge spontaneo chiedersi dopo aver enunciato i suddetti principi se e quando sia eticamente e moralmente giusto violare la lettera della legge per perseguire un interesse superiore e collettivo?
Dico questo perché non v’è chi non sappia che l’attuale sindaco in passato è stato accusato, di attenersi troppo ad uno scrupoloso rispetto della lettera della legge.
E’ stato accusato in passato di essere un sindaco burocrate, un sindaco commissario prefettizio, troppo rispettoso della legge e con poca disponibilità a rischiare per il bene pubblico e per i cittadini.
E’ stato accusato per tutte queste ragioni di immobilismo lui e l’intera amministrazione del passato.
Ed allora tutti dovremmo chiederci quale sia la giusta misura per essere un buon amministratore.
La prima considerazione di carattere politico e solo dopo aver posto un quesito di non facile soluzione, è che sorprende che uno dei firmatari dell’esposto alla Corte dei conti, quello relativo al rinnovo della convenzione al tecnico Rogacien, sia il consigliere Mazzaroppi, il quale in passato era stato indagato ed era stato chiamato a rispondere assieme ad altri amministratori di danno erariale arrecato all’Ente.
In particolare il consigliere Mazzaroppi era accusato di aver votato seppur in presenza di un parere contrario del funzionario dell’ufficio tecnico, una deliberazione consiliare riguardante il riconoscimento di un debito fuori bilancio relativo alle spettanze di due professionisti per la progettazione e la direzione dei lavori di un impianto di pubblica illuminazione.
Chi non ricorda i fatti oggetto di imputazione del suindicato procedimento dinanzi alla Corte dei conti?
Fu contestato il pagamento della somma di euro 23.240,56 in seguito al riconoscimento di un debito fuori bilancio di una parcella professionale, poiché secondo il procuratore regionale della stessa corte, tale pagamento rappresentava una spesa indebita e dannosa dal momento che le spettanze dei due professionisti per la progettazione e la direzione dei lavori dovevano considerarsi interamente soddisfatte secondo il piano economico redatto dagli stessi professionisti.
Ed allora dobbiamo chiederci quale principio di legalità ispirava allora le scelte del consigliere Mazzaroppi?
Quello formale o quello sostanziale?
Dobbiamo chiederci: rispettava formalmente la legge ed agiva nell’interesse dell’Ente quando proponeva di votare il suddetto ed illegittimo riconoscimento del debito fuori bilancio?
Io personalmente ricordo anche il suo disappunto nei riguardi dell’allora consigliere di minoranza dott. Costanzo De Cesare quale firmatario del ricorso che aveva dato impulso al procedimento contabile.
Non era forse legittimo il bisogno di legalità formale espresso allora dal dott. De Cesare caro Libero?
Eppure in quella occasione e nonostante la pronuncia di assoluzione della Corte nella parte motiva della sentenza si legge testualmente: è evidente che il debito fuori bilancio è un chiaro esempio di cattiva amministrazione e trae origine dall’affidamento di incarichi che risultano espletati senza il minimo rispetto delle procedure per una sana gestione, al limite della necessaria ragionevolezza, senza la preventiva verifica della copertura finanziaria.
In buona sostanza la Corte redarguisce l’operato dell’amministrazione e quindi anche del consigliere Mazzaroppi e riconosce i presupposti per l’affermazione di un danno erariale, essendo stato esposto in quel caso l’ente del tutto inopinatamente alle conseguenze di una negligente gestione.
Tuttavia, e per fortuna di tutti ed anche del nostro consigliere di minoranza Mazzaroppi, la Corte pur in presenza di una sacrosanta e grave violazione di legge formale e di un conseguente danno erariale ha ritenuto, evidentemente applicando un principio di legalità e giustizia sostanziale che il danno erariale stesso sarebbe stato compensato dalla pervenuta utilità per la collettività (rappresentata dalla riduzione della pretesa creditoria e dall’aver evitato un contenzioso), utilità che con il vostro atteggiamento irresponsabile e guastatore state negando ai cittadini di Aquino.
Ed allora dobbiamo chiederci quale sia stato il principio di legalità che il consigliere Mazzaroppi ha ritenuto di applicare quando decideva di votare il riconoscimento del suddetto debito fuori bilancio?
Certamente non un principio legalità formale perché come ha statuito la corte avrebbe dovuto votare diversamente?
Dobbiamo ritenere forse che per il consigliere Mazzaroppi era più pregnante l’interesse pubblico a riconoscere illegittimamente le spettanze ai due professionisti rispetto alla necessità di oggi violare la lettera della legge per assicurare nell’interesse collettivo il migliore svolgimento del servizio dell’ufficio tecnico?
Dobbiamo necessariamente convenire che evidentemente per costui l’interesse pubblico ad un efficiente svolgimento del servizio ed il rispetto formale della legge erano dei valori diversi quando era seduto al tavolo della maggioranza rispetto ad oggi che si trova seduto nei banchi dell’opposizione.
Ed allora, era lecito aspettarsi un atteggiamento di contrasto rispetto alla rinnovazione della convenzione al tecnico Rogacien da parte del consigliere Emanuele Tomassi, del consigliere Di Ruzza e del consigliere Marco Iadecola.
Costoro, ben avrebbero potuto in assoluta coerenza pretendere il rispetto formale della legge e sicuramente non avrebbero potuto essere accusati di incoerenza rispetto al passato per le evidenti ragioni che gli stessi non si sono trovati a fare scelte di questo tipo.
Diversamente non era lecito aspettarsi un atteggiamento di contrasto da parte di chi, e mi riferisco chiaramente al consigliere Mazzaroppi, abbia agito e votato diversamente in presenza di situazioni assimilabili a quella che sta vivendo la nostra città (mi riferisco in particolare alle precedenti convenzioni votate da Mazzaroppi quando era in amministrazione).
D’altra parte non c’è da meravigliarsi perché tali atteggiamenti incoerenti si verificavano anche quando il consigliere Mazzaroppi si trovava in maggioranza; egli, infatti, era sempre pronto a cavalcare politicamente i successi della amministrazione cui apparteneva e che tutti ricorderanno riteneva vincente ed altrettanto pronto a scaricare le responsabilità su altri (il sindaco in particolare), quando evidentemente le scelte fatte anche da lui apparivano impopolari.
Ed allora sarebbe lecito aspettarsi dal consigliere Mazzaroppi che almeno formalmente la parte del cattivo, del supergarante della legalità formale, dell’oppositore senza remore, la faccia fare ad altri compagni dell’opposizione che ripeto potrebbero dissentire dall’operato di questa amministrazione che a me risulta, almeno sino ad oggi essere la continuazione di quella che è stata e per 16 lunghissimi anni anche la sua mai rinnegata amministrazione.
Aquino 13 febbraio 2009
Il Consigliere delegato al contenzioso e agli affari legali
Avv. Fausto TOMASSI